Baroni sfoglia l’album dei ricordi e lancia un giallorosso

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Marco Baroni, tecnico del Benevento, ha rilasciato un’intervista a Viola Week, il settimanale in edicola con La Nazione. Le parole dell’allenatore giallorosso sono state riportate da violanews e ve ne trascriviamo alcuni passaggi.

GLI INIZI – “Una volta Antognoni mi rimproverò perché avevo ritardato a dargli il pallone. Eravamo infreddoliti e non avevo capito gli ordini… Qualche anno dopo ci ridemmo su insieme”.

baroni-3LA SERIE A – A quel tempo era tutto diverso, succedeva che all’improvviso ti dicessero ragazzo, domani vai con la prima squadra. A me successe di venerdì, il sabato ero sul pullman, destinazione Milano. Io, alto 187 centimetri, vi giuro che mi sentivo un nano. Era il 2 maggio, Cuccureddu stava male: De Sisti era tentato dal farmi debuttare titolare, invece entrai a pochi minuti dalla fine“.

IL RAMMARICO – “Collezionai solo una panchina, una ferita che resta ancora aperta. Poi ci fu la gara di Cagliari, ricordo che quella volta ero in camera con Orlandini e il giorno dopo andai in tribuna con Pecci squalificato. Ero un ragazzo, mi sentivo ospite di un gruppo fantastico: la squadra faceva trasparire la consapevolezza di essere alla vigilia di un giorno storico. Conservo ancora nel cuore il ritorno la sera allo stadio. I tifosi ci festeggiarono come se avessimo vinto noi lo scudetto“.

TALENTI – “Chiesa e Bernardeschi? Mio figlio ha giocato un anno con il primo, è un talento puro. Quando un ’97 impatta con qualità e serenità in Serie A significa che davanti ha una carriera da top. Come Bernardeschi, che ha già più storia alle spalle: stiamo parlando di un calciatore fortissimo“.

GIALLOROSSI – “Venuti e Bagadur? Il primo sta andando benissimo, lo ritengo pronto per il grande salto, anche per Firenze. Ma pure Bagadur sta facendo un buon campionato“.

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