Giro d’Italia 2021, due chiacchiere con Vincenzo Albanese dell’Eolo Kometa

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In questo fine settimana, il Giro d’Italia 2021, giunto alla sua centoquattresima edizione, ha toccato diversi paesi della provincia sannita (Bocca della Selva, Pietraroja, Cusano Mutri, Cerreto Sannita, Telese Terme, Castelvenere, Guardia Sanframondi).

L’ordine di arrivo di questa 8a tappa del giro con partenza da Foggia e arrivo a Guardia Sanframondi, ha visto al traguardo la vittoria del francese Victor Lafay del team Cofidis, al secondo posto l’italiano Francesco Gavazzi del team Eolo-Kometa e al terzo posto il tedesco Nikias Arndt del team DSM.

Vincenzo Albanese vincitore della 2a tappa del Giro d’Italia 2021

Nel team con Gavazzi, è presente anche Vincenzo Albanese, originario del salernitano (Oliveto Citra) che però da diversi anni abita a San Donato in Fronzano, frazione di Reggello in provincia di Firenze, in Toscana.
Albanese, ciclista professionista dal 2017, alla sua seconda partecipazione al Giro, è stato maglia azzurra alla seconda e terza tappa, per quanto riguarda la classifica Scalatori.

Ciao Vincenzo, partiamo dalle tue origini salernitane, diciamo che ti sei avvicinato “a casa” nella tappa di sabato che si è conclusa qui nel Sannio. E’ venuto qualche amico o parente a seguire la tua prestazione? [N.d.R.: 104esimo in tappa con 50:45]
Qualche amico che mi è venuto a seguire ci stava, però non era vicinissimo di queste zone; non tanti, ma sì ci sono stati, anche perché eravamo relativamente abbastanza lontani.

Noi di SannioSport ci occupiamo principalmente anche di calcio, recentemente la Salernitana ha conseguito la promozione in serie A, tu da conterraneo e da sportivo che ne pensi al riguardo?
Beh, sinceramente devo dire che il calcio come sport non mi ha mai interessato più di tanto, sin da quando ero piccolo, ma sì, fa certamente piacere da sportivo questo risultato, questa promozione che ha fatto la Salernitana, ma per me finisce lì. Per fare un esempio più concreto, mi avrebbe fatto piacere di più che un ciclista conterraneo avesse avuto un gran successo nel nostro sport. Diciamo che così come i tifosi di calcio non badano troppo ai risultati del ciclismo, è un po’ la stessa cosa anche per noi ciclisti verso il calcio.

Quella di oggi (N.d.R.: ieri, 9a tappa Castel di Sangro – Campo Felice) è stata una tappa con alta difficoltà, almeno secondo quello che è il sito ufficiale del Giro d’Italia. Per te quanto lo è stata? E domani (N.d.R: oggi) invece la 10a tappa L’Aquila Foligno è di una difficoltà minore, diciamo di “riposo”?
L’ottava tappa è stata una tappa “di passaggio” ho cercato di risparmiare energie ieri per oggi. Perché io sono più per arrivi veloci che per le salite. Per me la tappa di lunedì non sarà di riposo perché ho buone possibilità per questa tappa. 

Il tuo team Eolo-Kometa è un team recente in quanto a fondazione (2018) ed è alla prima partecipazione al Giro d’Italia. Quanto stimolo c’è nel far parte di un team fondato da due grandi ciclisti come Ivan Basso e Alberto Contador, che hanno vinto entrambi due volte il Giro?
E’ molto stimolante avere due ex ciclisti così, di livello mondiale, che ti sono dietro e che con i loro consigli preziosi possono determinare in positivo la tua carriera. E’ uno stimolo importantissimo per noi atleti, sia giovani che veterani, avere Basso e Contador che ti fanno migliorare su tante piccole cose, dettagli che possono poi farti fare la differenza in gara.

Ultima domanda, siete 8 nel team (Gavazzi, Belletti, Christian, Dina, Fortunato, Ravasi e Rivi oltre a te), come sono i rapporti tra i veterani e i più giovani? Ci sono differenze di relazioni tra di voi?
Nel team finora mi sono trovato sempre bene con tutti, al di là della differenza d’età con veterani come Gavazzi e Belletti, non c’è assolutamente disparità nelle relazioni con i compagni di squadra. 

Benissimo Vincenzo, in bocca al lupo per le prossime tappe e anche per la tua carriera.
Grazie mille ancora a voi.