Puggioni: Fa piacere aver messo i guantoni nelle ultime due vittorie del Benevento

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Christian Puggioni è stato il migliore di Benevento Genoa con le sue parate salva risultato prima, e anche dopo, la rete dell’1-0 di Diabate su assist di Brignola. Il portierone giallorosso conferma ancora una volta le sue doti di leader nello spogliatoio del Benevento con le dichiarazioni rilasciate nella mixed zone dello Stadio Ciro Vigorito.

beneventoVINCERE CONTRO IL GENOA – Era una settimana che avevo il telefono intasato dalla metà blucerchiata di Genova, con messaggi che mi raccomandavano di fare bene, con l’avvertimento che se oggi avessi preso 4 gol contro i rivali storici, domani quando sarei andato a vedere Sampdoria Napoli non mi avrebbero fatto entrare nello stadio. I miei figli ci tengono, e io ne approfitterò per salutare i vecchi compagni, quindi andrò a vedere la partita sperando che mia moglie non mi picchia. Giocare con gli avversari sportivi dietro che ti rompono le scatole, ti dà un gusto migliore quando gli strozzi poi l’urlo in gola. 

PRIMO CLEAN SHEET DI PUGGIONI A BENEVENTO – E’ facile fare “clean sheet” a Milano contro il Milan. Scherzo, la squadra credo abbia avuto una crescita importante, ovviamente c’è ancora da sistemare qualcosina, i difensori dovevano imparare a conoscere ancora di più il proprio portiere, quindi è salita la confidenza e oggi è coinciso tutto con il momento giusto: era giusto vincere la prima partita fuori casa a San Siro ed era giusto vincere oggi, son due momenti importanti e averci messo i miei guantoni fa ancora più piacere.

BeneventoIL MIO MODO DI ESSERE – Io non sono Victor Valdes o Gigi Buffon, e quindi mi piace definire di avere il talento del lavoro, della serietà e di dare tutto me stesso per le cause che affronto. Non mi piace vincere facile come il famoso spot, mi piace invece prendermi le cause della gente che ha passione, difendere magari persone con meno spessore, a Genova ero “avvantaggiato” perché ero a casa mia e avevo una responsabilità pazzesca dovendo tenere conto a tutti di quello che facevo sia in campo che fuori. Lì si era creata una sinergia importante, così come accaduto a Reggio Calabria, credo che la gente abbia apprezzato il mio modo di essere, disponibile con tutti, e non lasciando mai niente al caso.

LO SFOGO DOPO LA SPAL – A Ferrara ho detto giustamente che se una squadra va prima a San Siro e vince, quando poi va a Ferrara contro la Spal, deve pretendere di vincere anche lì, ma per sé stessa, per alzare l’asticella. Io non so quanti altri anni ancora giocherò, però ci sono ragazzi di 22-23 anni e spostare l’asticella cercando di giocare sempre per vincere mettendoci sempre il cuore, può cambiare loro la carriera in meglio. Il mio era un invito da fratello maggiore, perché se vinci la gente ti guarda con un altro occhio, se perdi, allora non è propedeutico per la tua voglia di crescere e raccogliere quello che fai con i tuoi sacrifici.