Una vita fatta di calcio e sfide impossibili, una carriera passata a guidare Davide per sfidare Golia. La sua carriera parla da se e il suo curriculum lo laurea in vetta ai tecnici specializzati nelle improbabili vittorie e salvezze. Salvatore Sparaneo, è senza panchina ed ora scalpita per tornare ad allenare, tuffandosi magari in una di quelle sfide cosiddette impossibili.
M ister, dopo le ultime esperienze di Calcio a 5 gli ultimi tre anni all’Epitaffio, questa sarà un’estate senza preparazione e senza amichevoli… sarà molto più lunga da trascorrere?
Sicuramente,anche perchè per uno come me a cui piace il calcio a 5, adesso era il periodo dove preparavo tutto, composizione della squadra, preparavo allenamenti, partite amichevoli, insomma molto lavoro ma molto bello ed entusiasmante.
Cosa lo ha lasciato lontano dal calcio a 5 giocato, i risultati non positivi delle ultime esperienze o altro ?
Non lo so, i risultati forse anche se bisognerebbe aprire una parentesi visto che dall’ultima esperienza mi sono dimesso, non ero più sicuramente l’allenatore dell’ultimo ciclo avevo perso gli stimoli.
Lei è un esperto di calcio a 5 Regionale, dall’AN Benevento C5, Benevento Futsal all’Epitaffio in mezzo c’è tanta Serie C2 e Serie C1. Diamo un occhio alla Serie C2: non c’è più il Real Calvi, l’ammazzacampionato, e il Real Sant’Erasmo sperando che i Leoni d’Acerra non siano nel girone A delle beneventane, chi vedi meglio? Il Benevento Futsal che ha confermato la rosa dello scorso anno o la Maleventum?
Il Benevento Futsal ha perso Zullo ma il gruppo c’è, sicuramente con un anno in piu’ d’esperienza e con Dell’Oste a pieno regime dopo l’anno tribolato per motivi fisici puo’ sicuramente essere grande protagonista. La Maleventum puo’ sicuramente non ripetere l’annata passata vista la rivoluzione della rosa attuata dall’astuto Direttore Claudio Muto. Per le beneventane è sicuramente una stagione da vivere giornata per giornata visti i grossi cambiamenti, ma conoscendo molto bene l’ambiente, il carattere che hanno, sono sicuro che raggiungeranno i loro obiettivi.
Il Real Five Pontelandolfo parte nella sua prima avventura in serie C2. Fine a oggi nessuno acquisto e due perdite quella di Iannelli e Perugini passati al Maleventum, è sufficiente per salvarsi in Serie C2 ?
Non so se sia sufficiente però credo che sia giustissimo muoversi in quella direzione, conferma del gruppo, però possibilmente inserire quei quattro , cinque elementi di categoria per tentare una salvezza tranquilla.
Il suo nome è circolato nelle segrete stanze del Real Five Pontelandolfo, un allenatore che il presidente Stefano Baldini considera di carattere. Serve un uomo con gli attributi, questo sembra l’imperativo che smuove gli intenti del patron biancoceleste in queste ore. E’ mai stato contattato dal presidente Baldini?
“Direttamente da lui si, mi ha confidato che ero nella lista della società biancoceleste…”. “Il mio nome affiancato al Pontelandolfo questo è stato un onore. Allenare li e guidare la squadra biancoceleste ripeto sarebbe bellissimo, ora però non vorrei dire altro anche perchè non c’è niente solo un contatto, poi si sa, i matrimoni si fanno in due!!!”. Comunque io non ho problemi sono libero da impegni quest’anno e sono aperto a tutte le situazione che si verificheranno. Io non cerco la pensione, ma solo il campo, una squadra e il mio amato calcio a 5, cerco solo garanzie o progetti seri qualunque sia la squadra e la categoria
Cosa fa un mister senza panchina il sabato ?
Non lo so, e la prima volta che mi capita in tredici anni di calcio a 5. Vuol dire che vado a vedere le partite, non sempre, per vedere un po’ giocatori che magari non conosco personalmente, squadre nuove ma soprattutto mai per gufare come si dice sempre. Cerco di mettermi in disparte per non farmi notare.
Se ti proponessero un ruolo nel calcio o nel calcio a 5 lontano dalla panchina cosa vorresti fare ?
Sinceramente mi incuriosisce il Presidente, perchè il Ds non fa proprio per me, il procuratore nemmeno ma il presidente si quello si.
Che ambizioni ha per il futuro?
“Ho sempre la stessa da tantissimi anni: quella di poter allenare. La categoria mi interessa relativamente, conta avere giocatori che abbiano voglia di lavorare e che abbiano qualità. Stare sul campo, questo è ciò che mi manca più di tutto, il resto non mi interessa”.
E se te l’avessero detto vent’anni fa, mister, ci avresti mai creduto?
«No davvero! Io devo tantissimo al calcio a 5, in realtà tutto è venuto con una grande spontaneità. Un passo dopo l’altro, attraverso le varie categorie del calcio a 5 che ho allenato, sono arrivato a disputare partite di livello».
Quindi attualmente il tuo obiettivo dichiarato è…
«Per ora aspetto, chiaro che il primo obiettivo è una panchina di qualsiasi categoria però ripeto, con un progetto serio. Quindi si resta in attesa di quello che comunemente viene definito un “dramma sportivo”…».
Non è mai facile subentrare a stagione in corso, situazione scomoda…
«Vero. Va anche detto però che nell’ultima stagione, se andiamo a valutare, il cambio in corsa ha dato ottimi risultati, sia alle squadre che agli allenatori».
Qual è il calciatore che ti ha dato più soddisfazione fra quelli che hai allenato e quale, tra gli avversari, quello che ti ha impressionato di più?
«Difficile fare un nome solo. Diciamo Gianluca Pinto,Marino Parente, Vincenzo Donatiello dei miei, ma potrei citare tanti come Casillo, Sorice Orlando, Amabile, Russo e tanti altri… Degli avversari il De Rosa ( Real Calvi), ma anche Serino, Pisani e Catalano della M. Simaldone, e poi Cilli (brasiliano del Marcianise), che appena arrivai in serie C1 mi fece davvero impressione».
I risultati contro squadre di un certo blasone sono lì a raccontare della bontà del tuo lavoro, i fatti non si possono cancellare…
«Vero. I miei ragazzi hanno sempre dato qualcosa di più del massimo. A volte, nel tunnel degli spogliatoi prima di entrare in campo, guardavo gli avversari vicino ai miei giocatori. Pensavo: oggi ne prendiamo tanti, e invece… Ma in fondo è proprio questa la magia del calcio a 5, ciò che ce lo fa amare».
Raccontaci di te al di fuori del calcio. Cosa fa Salvatore Sparaneo nel suo tempo libero?
«Mi piace stare in famiglia e in compagnia degli amici. Mi piace la musica, di tutti i generi, anche se in macchina apprezzo meglio ciò che ascolto.
Cosa vuol dire restare sempre e comunque uno di quelli che dice ciò che pensa e pensa ciò che dice?
«A volte viene il pensiero che convenga fare di più lo “scemo”. La mia storia è l’esempio del fatto che se nel calcio a 5 arriva una persona normale che dice ciò che pensa, può succedere il finimondo! Ho fatto la trafila delle categorie inferiori, non ho rubato nulla di ciò che ho avuto, ho lavorato duro eppure a molti sembrava che venissi da Marte… Da un lato agli occhi di alcuni tutto ciò mi ha valorizzato, d’altro canto sono restato mio malgrado un po’ ostaggio del “personaggio” da me creato».
Ovvero?
“Il grande lavoro svolto, il rapporto con le squadre che ho allenato, i giovani sconosciuti che sono diventati protagonisti, tutto ciò è passato quasi in secondo piano, tanto è vero che molti parlavano “di altri”, nessuno di “Sparaneo”, eppure non mi sono mai sentito inferiore a certi miei colleghi che hanno ottenuto risultati molto modesti se paragonati ai miei… Nel calcio se dici le cose che pensi sembra quasi che vuoi sempre puntualizzare, quindi accusare. E allora succede che c’è chi ti aspetta al primo errore, anche chi non avresti mai immaginato gode delle tue sconfitte».
Cambierai qualcosa nel tuo modo di fare?
«Qualcosa di noi con il tempo cambia sempre, eppure credo nel lavoro svolto negli anni e in fondo se a qualcuno ha dato fastidio la mia presenza, si vede che ho agito dalla parte del giusto, almeno secondo la mia buona fede e la mia coscienza di professionista».
Per chi sarà la prima dedica dopo la prima vittoria appena tornerai in panchina?
«Vedremo… Ma, lo dico con la massima serenità, è probabile che più che una dedica ci sarà qualche rivincita da prendersi e qualche sassolino da togliersi dalle scarpe…»