Mister Sparaneo: Per l’anno 2011/12 “Resto in attesa di un progetto ambizioso”

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Salvatore Sparaneo MisterUna vita fatta di calcio e sfide impossibili, una carriera passata a guidare Davide per sfidare Golia. La sua carriera parla da se e il suo curriculum lo laurea in vetta ai tecnici specializzati nelle improbabili vittorie e salvezze. Salvatore Sparaneo, è senza panchina  ed ora scalpita per tornare ad allenare, tuffandosi magari in una di quelle sfide cosiddette impossibili.

M is­ter, dopo le ultime espe­rienze di Cal­cio a 5 gli ultimi tre anni all’Epitaffio, questa sarà un’estate senza preparazione e senza amichevoli… sarà molto più lunga da trascorrere?

Sicuramente,anche per­chè per uno come me a cui piace il cal­cio a 5, adesso era il peri­odo dove prepar­avo tutto, composizione della squadra, preparavo allenamenti, partite amichevoli, insomma molto lavoro ma molto bello ed entusiasmante.

Cosa lo ha las­ci­ato lon­tano dal cal­cio a 5 gio­cato, i risul­tati non pos­i­tivi delle ultime espe­rienze o altro ?

Non lo so, i risul­tati forse anche se bisognerebbe aprire una par­entesi visto che dall’ultima esperienza mi sono dimesso, non ero più sicu­ra­mente l’allenatore dell’ultimo ciclo avevo perso gli stimoli.

Lei è un esperto di cal­cio a 5 Regionale, dall’AN Benevento C5,  Benevento Futsal  all’Epitaffio in mezzo c’è tanta Serie C2  e Serie C1. Diamo un occhio alla Serie C2: non c’è più il Real Calvi, l’ammazzacampionato,  e il Real Sant’Erasmo sperando che i Leoni d’Acerra non siano nel girone A delle beneventane, chi vedi meglio? Il Benevento Futsal  che ha con­fer­mato la rosa dello scorso anno o la Maleventum?

Il Benevento Futsal ha perso Zullo ma il gruppo c’è, sicu­ra­mente con un anno in piu’ d’esperienza e con Dell’Oste a pieno regime dopo l’anno tri­bo­lato per motivi fisici puo’ sicu­ra­mente essere grande pro­tag­o­nista. La Maleventum  puo’ sicu­ra­mente non ripetere l’annata pas­sata vista la rivoluzione della rosa attuata dall’astuto Direttore Claudio Muto. Per le beneventane è sicu­ra­mente una sta­gione da vivere gior­nata per gior­nata visti i grossi cam­bi­a­menti, ma conoscendo molto bene l’ambiente, il carat­tere che hanno, sono sicuro che rag­giunger­anno i loro obiettivi.

Il Real Five Pontelandolfo  parte nella sua prima avven­tura in serie C2. Fine  a oggi nessuno acquisto e due perdite quella di Iannelli e Perugini passati al Maleventum, è suf­fi­ciente per sal­varsi in Serie C2 ?

Non so se sia suf­fi­ciente  però credo che sia giustis­simo muoversi in quella direzione, con­ferma del gruppo, però possibilmente inserire quei quattro , cinque elementi di categoria per tentare una salvezza tranquilla.

Il suo nome è circolato nelle segrete stanze del Real Five Pontelandolfo,  un allenatore che il presidente Stefano Baldini considera di carattere. Serve un uomo con gli attributi, questo sembra l’imperativo che smuove gli intenti del patron biancoceleste in queste ore. E’ mai stato contattato dal presidente Baldini?

“Direttamente da lui si, mi ha confidato che ero nella lista della società biancoceleste…”. “Il mio nome affiancato al Pontelandolfo questo è stato un onore. Allenare li e guidare la squadra biancoceleste ripeto sarebbe bellissimo, ora però non vorrei dire altro anche perchè non c’è niente solo un contatto, poi si sa, i matrimoni si fanno in due!!!”. Comunque io non ho problemi sono libero da impegni quest’anno e sono aperto a tutte le situazione che si verificheranno. Io non cerco la pensione, ma solo il campo, una squadra e il mio amato calcio a 5,  cerco solo garanzie o progetti seri qualunque sia la squadra e la categoria

Cosa fa un mis­ter senza panchina il sabato ?

Non lo so, e la prima volta che mi capita in tredici anni di calcio a 5. Vuol dire che vado a vedere le par­tite, non sem­pre, per vedere un po’ gio­ca­tori che mag­ari non conosco personalmente, squadre nuove ma soprat­tutto mai per gufare come si dice sem­pre. Cerco di met­termi in dis­parte per non farmi notare.

Se ti pro­ponessero un ruolo nel cal­cio o nel calcio a 5  lon­tano dalla panchina cosa vor­resti fare ?

Sin­ce­ra­mente mi incu­rio­sisce il Pres­i­dente, per­chè il Ds non fa pro­prio per me, il procu­ra­tore nem­meno ma il pres­i­dente si quello si.

Che ambizioni ha per il futuro?

“Ho sempre la stessa da tantissimi anni: quella di poter allenare. La categoria mi interessa relativamente, conta avere giocatori che abbiano voglia di lavorare e che abbiano qualità. Stare sul campo, questo è ciò che mi manca più di tutto, il resto non mi interessa”.

E se te l’avessero detto vent’anni fa, mister, ci avresti mai creduto?

«No davvero! Io devo tantissimo al calcio a 5,  in realtà tutto è venuto con una grande spontaneità. Un passo dopo l’altro, attraverso le varie categorie del calcio a 5 che ho allenato, sono arrivato a disputare partite di livello».

Quindi attualmente il tuo obiettivo dichiarato è…

«Per ora aspetto, chiaro che il primo obiettivo è una panchina di qualsiasi categoria però ripeto, con un progetto serio. Quindi si resta in attesa di quello che comunemente viene definito un “dramma sportivo”…».

Non è mai facile subentrare a stagione in corso, situazione scomoda…

«Vero. Va anche detto però che nell’ultima stagione, se andiamo a valutare, il cambio in corsa ha dato ottimi risultati, sia alle squadre che agli allenatori».

Qual è il calciatore che ti ha dato più soddisfazione fra quelli che hai allenato e quale, tra gli avversari, quello che ti ha impressionato di più?

«Difficile fare un nome solo. Diciamo Gianluca Pinto,Marino Parente, Vincenzo Donatiello dei miei, ma potrei citare tanti come Casillo, Sorice Orlando, Amabile, Russo e tanti altri… Degli avversari il De Rosa ( Real Calvi), ma anche Serino, Pisani e Catalano della M. Simaldone, e poi Cilli (brasiliano del Marcianise), che appena arrivai in serie C1 mi fece davvero impressione».

I risultati contro squadre di un certo blasone sono lì a raccontare della bontà del tuo lavoro, i fatti non si possono cancellare…

«Vero. I miei ragazzi hanno sempre dato qualcosa di più del massimo. A volte, nel tunnel degli spogliatoi prima di entrare in campo, guardavo gli avversari vicino ai miei giocatori. Pensavo: oggi ne prendiamo tanti, e invece… Ma in fondo è proprio questa la magia del calcio a 5, ciò che ce lo fa amare».

Raccontaci di te al di fuori del calcio. Cosa fa Salvatore Sparaneo nel suo tempo libero?

«Mi piace stare in famiglia e in compagnia degli amici. Mi piace la musica, di tutti i generi, anche se in macchina apprezzo meglio ciò che ascolto.

Cosa vuol dire restare sempre e comunque uno di quelli che dice ciò che pensa e pensa ciò che dice?

«A volte viene il pensiero che convenga fare di più lo “scemo”. La mia storia è l’esempio del fatto che se nel calcio a 5 arriva una persona normale che dice ciò che pensa, può succedere il finimondo! Ho fatto la trafila delle categorie inferiori, non ho rubato nulla di ciò che ho avuto, ho lavorato duro eppure a molti sembrava che venissi da Marte… Da un lato agli occhi di alcuni tutto ciò mi ha valorizzato, d’altro canto sono restato mio malgrado un po’ ostaggio del “personaggio” da me creato».

Ovvero?

“Il grande lavoro svolto, il rapporto con le squadre che ho allenato, i giovani sconosciuti che sono diventati protagonisti, tutto ciò è passato quasi in secondo piano, tanto è vero che molti parlavano “di altri”, nessuno di “Sparaneo”, eppure non mi sono mai sentito inferiore a certi miei colleghi che hanno ottenuto risultati molto modesti se paragonati ai miei… Nel calcio se dici le cose che pensi sembra quasi che vuoi sempre puntualizzare, quindi accusare. E allora succede che c’è chi ti aspetta al primo errore, anche chi non avresti mai immaginato gode delle tue sconfitte».

Cambierai qualcosa nel tuo modo di fare?

«Qualcosa di noi con il tempo cambia sempre, eppure credo nel lavoro svolto negli anni e in fondo se a qualcuno ha dato fastidio la mia presenza, si vede che ho agito dalla parte del giusto, almeno secondo la mia buona fede e la mia coscienza di professionista».

Per chi sarà la prima dedica dopo la prima vittoria appena tornerai in panchina?

«Vedremo… Ma, lo dico con la massima serenità, è probabile che più che una dedica ci sarà qualche rivincita da prendersi e qualche sassolino da togliersi dalle scarpe…»