Il commento. Adesso squalificatelo a vita

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vaccaNel momento in cui scriviamo le possibilità di assistere a qualcosa di profondamente ingiusto al momento della lettura delle decisioni del giudice sportivo sono alte. Il caso Vacca non va fatto cadere nel vuoto ma merita ampio risalto mediatico. Non per dare importanza a parole e gesti di una inadeguatezza unica, ma per render più visibili quegli stessi gesti e quelle stesse parole che meritano la ribalta nazionale almeno quanto il gol dello Scorpione di Marotta contro il Messina. Sì, perchè diciamolo chiaramente: ieri allo Zaccheria è successo qualcosa di surreale. Un calciatore professionista che al momento della sostituzione porta le mani al pube per rispondere agli sfottò di una tifoseria non lo si vede facilmente. Un episodio che non fa il bene del calcio, specie all’interno di una partita seguita da poco meno di quindicimila persone sugli spalti e che ha fatto registrare numeri da record nelle visualizzazioni sul web.

Ci auspichiamo tutti che i gestacci di Antonio Vacca non passino inosservati. Che non passi inosservato il suo intervento in conferenza stampa sia prima che dopo la partita, quando è stato lasciato libero dal suo club di appartenenza di rispondere in maniera incivile ai giornalisti beneventani che erano lì a porgli educatamente qualche lecita domanda. Li ha insultati credendo di prendersi gioco della loro intelligenza ma ha ottenuto l’effetto opposto. Ora tutti, con un semplice clic alle sue interviste video, potranno rendersi conto di quanto sia clamoroso ciò che è accaduto allo Zaccheria. L’offesa alla città di Benevento e il riferimento alle donne beneventane, poi, è stato il fiore all’occhiello di una prestazione dialettica da spazzatura. In un Paese che ha dedicato ore e ore al diverbio tra Sarri e Mancini, portare alla ribalta nazionale un caso del genere è il minimo. Senza ovviamente dimenticare di fare un doveroso appunto al Foggia: un club che aspira alla B prenderebbe seri provvedimenti, invece siamo certi che Vacca nel prossimo turno di campionato scenderà regolarmente in campo a scapito delle buone maniere e del calcio pulito. In un mondo che gira per il verso giusto il numero 8 del Foggia andrebbe squalificato a vita. Al calcio, lo ribadiamo, uno come lui non mancherebbe affatto.

Francesco Carluccio