De Zerbi: “Ecco perché l’anno prossimo non allenerò il Benevento”

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Nella conferenza stampa prima di Chievo Benevento, il tecnico giallorosso Roberto De Zerbi ha iniziato a parlare comunicando la sua scelta riguardo Benevento.

beneventoOggi inizio io a parlare, poi vi rispondo a tutte le domande, perché non è più un segreto che l’anno prossimo io non sarò più l’allenatore del Benevento, una scelta molto semplice da capire, non c’è nessuna motivazione extra, niente di nascosto, se non per il fatto che io non penso che da una retrocessione si possa ripartire dall’allenatore con cui si è retrocessi. Storicamente sono andato a cercarmi qualche episodio, e ho trovato Franco Colomba che si salvò prima e poi retrocesse, e poi anche Andrea Agostinelli.

Non so se questa sarà la scelta giusta, magari avrei potuto vincere il campionato di B e fare un altro gran campionato in A, ma questa è una scelta fatta in buona fede, comunicata alla società già dopo la gara contro il Cagliari. Alla squadra però non avevamo fatto trapelare niente, e fino al campionato fatto fino al momento, non era nemmeno il caso di impegnare i loro pensieri su altro che non fosse la fine della stagione.

E’ una decisione non facile perché qui avevo trovato ambiente e persone con cui mi ero trovato bene e con le quali si poteva fare bene, in passato ho fatto scelte di pancia e poi mi son trovato male, questa volta ho fatto una scelta di testa. Magari negli anni a seguire il rapporto col presidente Vigorito, la sua famiglia, il direttore sportivo, e l’intera società, migliorerà più di quanto non lo sia già. Io e il mio staff ci siamo sentiti molto legati a tutti quanti.

beneventoRICORDO DEI BENEVENTANI – Quando sono venuto qua, al di là dell’aspetto calcistico sapevo di non essere ben visto, non come allenatore, ma per i miei trascorsi al Foggia quando ci giocavamo i campionati col Benevento. Invece alla fine sono stato trattato bene, domenica mi sono emozionato nel vedere lo stadio riconoscere l’impegno alla squadra; mio padre mi ha insegnato che quando sei a posto con la coscienza poi puoi guardare tutti quanti negli occhi. Quando sono venuto qui sono venuto con la speranza di poterci salvare, ma obiettivamente io, il mio staff, e la squadra, di più non potevamo dare, abbiamo dato tutto quello che potevamo dare. Non parlammo di biennale, un anno e mezzo, anche se era comprensibile una richiesta del genere arrivando a Benevento con quella situazione di classifica. Avevo la consapevolezza che a gennaio la società fosse intervenuta pesantemente sul mercato. Nell’ultimo periodo abbiamo dato fiducia, coraggio, sorrisi ai tifosi, ma ripartire in serie B, lo si sarebbe fatto con l’idea di vincere il campionato già a settembre, quando sappiamo invece che si vincono ad aprile, maggio.

NON COMUNICARE PRIMA LA MIA SCELTA – Penso che economicamente è difficile trovare una società così forte, quello che mi avrebbe dato Vigorito probabilmente non lo troverò da altre parti. Non volevo arrivare in un futuro a dover avere la smania di vincere il campionato, non so se sia cuore o testa, ma penso che la mia scelta l’abbia spiegata bene. Dopo la partita vinta col Chievo all’andata, dissi che la quota salvezza sarebbe stata di 35 punti, e come stiamo vedendo ora, avevo ragione. Raccogliere 27 punti nel girone di ritorno sarebbe stato meritato, per tutto quello che ci è successo, ma alla fine saremmo potuto scendere lo stesso. Nelle ultime 8 partite abbiamo fatto 11 punti, e non so se avessi comunicato alla squadra la mia scelta di non restare a Benevento se poi li avremmo fatti lo stesso questi punti. Pur essendo retrocessi abbiamo fatto punti, giocato bene, e raccolto consensi; non so se sarebbe stato lo stesso se avessi già comunicato questa mia scelta.

ALLENARE IN A NON E’ IMPORTANTE – Non è che se quest’anno ci fossimo salvati, restando in A, sarei rimasto anche io. Io quest’anno potevo già allenare una squadra in A, che mi aveva offerto tre anni, ma non mi convincevano i programmi; potevo andare ad allenare a Las Palmas in Spagna, ma quattro giorni prima della preparazione, sono rientrato sulla decisione. L’anno scorso sarei potuto tornare a Palermo, dopo l’esonero, ma non l’ho fatto. Questa è la mia concezione del lavoro che faccio, la categoria non è importante.

beneventoORGOGLIO – Nel calcio nessuno perdona nessuno, un giorno sei bravo, quello dopo sei un cretino, è così ovunque, forse qui a Benevento è stato un po’ diverso. E’ difficile trovare nel passato squadre che sono retrocesse e impegnarsi con orgoglio come ha fatto il Benevento, come per esempio andare a San Siro, contro il Milan, in cerca dell’unico risultato che avrebbe potuto allontanare per una settimana la retrocessione matematica in B. Visto che la serie B inizia dopo una fine così dalla serie A, è molto più difficile giocare la prima dell’anno prossimo, rispetto all’ultima di serie A, allora bisogna non portarsi dietro quello che abbiamo fatto finora. Se io fossi rimasto, martellando da martedì a venerdì, avrei dovuto trovare dei giocatori che mi dovevano seguire al massimo dell’impegno.

SONO RESPONSABILE DELLA RETROCESSIONE – Mi sento responsabile anche io di questa retrocessione, ho 39 anni e spesso ho ragionato con cuore e pancia, non utilizzando lucidità e cervello, mi sono fermato un attimo e ho ragionato: perdi e ti applaudono, un direttore sportivo con cui mi trovo bene, un presidente che mi tratta come un figlio, e io lo tratto come un padre, con tutti questi presupposti è normale che uno decida di restare, se oggi mi chiedete dove andrò l’anno prossimo, io non vi so rispondere, il primo e il secondo che sapranno dove andrò l’anno prossimo saranno Oreste Vigorito e Pasquale Foggia. L’idea principale era di partire dai 4 punti che avevamo al girone d’andata che sarebbero potuti essere anche 6 o 7, fare un buon mercato di gennaio, e fare poi 25-27 punti nel girone di ritorno, purtroppo non è andata così. In più aggiungo che con Vigorito non abbiamo mai parlato dell’aspetto economico. Da domenica sera dopo il Chievo, vedrò il presidente come un amico, ma dire già da oggi che in futuro tornerei qua, sarebbe solo prendere consensi; negli altri posti dove sono stato, non mi sono mai lasciato come sto facendo qua.

BeneventoSCELTE CORAGGIOSE – Se uno si ferma un attimo a valutare il mio passato, si accorge che le mie sono state tutte scelte coraggiose, da andare a Foggia, a rimanere a Foggia; da andare a Palermo, a venire a Benevento; ma anche le scelte non fatte, tipo andare ad allenare nella Liga spagnola per due anni. Non mi è passata per la testa l’idea di restare a Benevento e a non riuscire a vincere in B; secondo quello che ha detto il presidente negli ultimi giorni, il Benevento non avrà il dovere di vincere il prossimo campionato. La gente fa “a cazzotti” per venire a Benevento con questa società, ma a novembre non c’era la fila per venire ad allenare qua con una squadra ultima con 0 punti in classifica. Io sono venuto qua conoscendo la società e sapendo che si sarebbe comunque chiusa in maniera dignitosa la stagione.

ALLENARE QUI E’ STATO GRATIFICANTE – Ho trovato gratificante allenare Sandro e Sagna come l’ho trovato allenare Brignola e Sanogo, la squadra che sta giocando adesso, mi rende orgoglioso per i ragazzi che sono, e per la voglia che ci mettono sempre; per i valori che hanno e ai quali sono molto legato, e per la sofferenza che ci mettevano sempre ad ogni gara. La situazione del deferimento dovuto al Foggia non mi turba, faremo uscire la verità che mi scagioni al 100%.

beneventoCONTATTI CON ALTRE SOCIETA’ – Uno dei tanti motivi a favore del fatto che potessi rimanere, era il fatto di aver dato un’identità a questa squadra, a cui avrei potuto dare continuità l’anno prossimo. Se avessi detto “vado via per allenare un’altra squadra di serie A” sarebbe stato molto più facile, ma per quel che mi riguarda non è un mio pensiero. Quando dicevo che non sarebbe stata una scelta tra Benevento e altre società, era la verità. Ad oggi ho avuto contatti con altre società, però siamo lontanissimi con l’intesa.

CHIEVO – Riguardo la partita col Chievo, cercheremo di chiudere il girone di ritorno a 20 punti, anche perché in prospettiva, in un campionato intero, la stagione si sarebbe poi chiusa a 40 punti.