Cissé: a Benevento ho passato due anni positivi, con un gruppo di ragazzi fantastici

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Ormai non fa più parte del Benevento, ma l’attaccante guineano Karamoko Cissé, che è stato presentato ufficialmente a Bari, ha avuto modo di parlare dell’esperienza giallorossa nella quale ha avuto sia alti che bassi.

cissè benevento bariA Benevento ho fatto due anni positivi, per come è andata, però alla fine penso che uno deve sempre meritarsi di giocare, durante la settimana, in base a quello che fai il mister giudica e fa la formazione. Quindi se a volte non ho giocato, penso che sia stata colpa mia.

Quanto ti è dispiaciuto non poterti giocare quello che hai conquistato con il Benevento, e quanto sei determinato a riprendertelo perché sei stato l’anno scorso uno dei protagonisti della loro promozione, e magari ti aspettavi di giocartela in serie A.
La vita alla fine è questa, dal primo giorno che sono arrivato mi hanno detto che il progetto loro, io l’ho accettato, mi è dispiaciuto, ma alla fine è stato uno stimolo in più, quindi io da quel giorno ho detto, ok ora si apre una nuova sfida, la vita è fatta di questo. Ora inizia un nuovo campionato per me.

Dopo Benevento-Bari 3-4, che è stato un duro colpo, avete avuto una fase in cui siete andati in difficoltà, ma poi siete riusciti a reagire a tal punto di arrivare anche in serie A. Nei momenti difficili come si riesce a tirare fuori qualcosa di più?Penso che alla fine sia stato il gruppo la soluzione, nei momenti difficili è il gruppo che si fa valere. Nei due anni che sono stato a Benevento non ho passato sempre dei bei momenti, però ho avuto un gruppo e dei ragazzi fantastici quindi con l’aiuto di tutti si viene fuori. Il campionato di serie B è lungo e particolare, ma alla fine siamo riusciti ad arrivare dove meritavamo.

Il 4-0 del Benevento al Bari è stato quel momento in cui avete pensato “magari quest’anno potrà essere un anno particolare”?
Quella fu una partita un po’ strana: perché penso che fino alla fine del primo tempo se non meritavamo di andare in svantaggio, lo 0-0 andava più che bene. Il secondo tempo poi c’è stata un’altra partita, però sicuramente vincendo 4-0 qua a Bari alla fine penso che qualcosa in più te la dà, per farti capire che hai la possibilità di giocarti qualcosa.

Cosa ti è mancato in carriera per avere la continuità che serve per affermarsi definitivamente? Tu vieni da un settore giovanile importante come quello dell’Atalanta nel quale eri considerato una promessa, poi hai avuto qualche infortunio.
Penso che mi è mancata la maturità che ho adesso perché quando ero giovane, devo essere sincero, non è che facevo una vita “professionale”, e quindi ho sbagliato. Fino a qualche anno fa per la vita che stavo facendo avrei dovuto anche smettere di giocare, poi ho avuto un’altra possibilità e da tre anni a questa parte sto dimostrando qual è il mio valore.

Perché ti chiamano “il pistolero”?
Sinceramente non lo so, è stato qualche vostro collega a Caserta che mi ha dato questo soprannome, qualcuno della LegaPro Channel, Sportube, non ho mai capito il perché, forse per qualche gol che ho fatto.

Il Benevento l’anno scorso era tra le migliori difese se non sbaglio, quindi se fai un gol e non ne subisci, qualcosa porti a casa. Da quello che ho visto io, nel Bari fanno gol un po’ tutti, sia difensori che centrocampisti, arriverà anche il momento degli attaccanti.
Il ruolo dell’esterno l’ho fatto per la prima volta l’anno scorso, e penso che il suo compito debba essere quello di dare sempre una mano. Alla fine facevo sempre avanti e indietro tutta la partita, finché ce la facevo e visto che sia le vittorie che le sconfitte si ottengono tutti insieme quindi dobbiamo darci una mano tutti.

Qui sotto la conferenza stampa completa pubblicata sul canale Youtube del Bari.