Scelte giuste e scommesse indovinate: la rivincita di Baroni

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benevento-cittadella-1-0-35Tra le tante difficoltà che una neopromossa è chiamata a superare può capitare che ne spunti qualcuna inizialmente non preventivata. Sono quegli ostacoli, all’apparenza banali, che condizionano l’umore e le sensazioni dei tifosi. Succede ad ogni latitudine, e Benevento non fa eccezione. E così dopo gli stop in trasferta con Salernitana, Entella e Trapani, accompagnati da prestazioni più scure che chiare, si era sollevato qualche comprensibile dubbio o timore sulle facoltà di questo Benevento, capace di stupire nelle prime giornate del torneo e di eclissarsi sul più bello quando anche il calendario pareva essere suo alleato.
A Marco Baroni va dato atto di non essersi mai scomposto mantenendo una serenità invidiabile quanto onesta. Mai sopra le righe, sempre pronto a fare mea culpa con l’umiltà tipica di chi ne ha viste tante prima da calciatore e poi da tecnico. E’ stato questo il segreto del Benevento dopo la notte di Trapani, una delle più brutte degli ultimi anni ma anche una delle più rimpiante, alla luce di quanto il campo ha poi dimostrato nelle successive uscite con Spezia, Ternana e Cittadella. Sarebbe scorretto e inopportuno dire che Baroni dopo la trasferta siciliana si è ripreso in mano il Benevento, perché tante cose le si capiscono solo col tempo. E il tempo – così come la realtà di questo lunedì da quarto in classifica – testimonia che il Benevento lui è riuscito a tenerlo per mano anche nel momento più buio, quando infortuni e squalifiche non gli sono certo andati in soccorso. Si pensi alla scommessa vinta con Gyamfi o al rilancio di Pezzi, per non parlare della mossa operata ieri con il passaggio del centrocampo a tre grazie all’inserimento di un sempre decisivo Buzzegoli. “Non abbiamo gli uomini per giocare a tre in mediana”, aveva detto nel post gara con lo Spezia l’allenatore toscano; ma poi, con i fatti, ha dimostrato che nulla è impossibile quando ci sono sacrificio e voglia. Se a Novara lo avevano ribattezzato “lo skipper”, un motivo ci sarà. La rotta è tracciata, il timone è saldamente tra le sue mani, l’equipaggio è affidabile e l’imbarcazione tiene botta. Il mare della B in queste condizioni sembra meno pericoloso.

Classe '90, beneventano dentro e fuori dal campo. Pubblicista dal 2012, laureato in Scienze della Comunicazione. Dal 2009 al seguito dei colori giallorossi con un pc sottobraccio. La B un sogno realizzato, ma non c'è conquista più bella di quella che deve ancora arrivare...