Il Diario di Fabrizio D’Aloia – Cross Pacific Race Day 17

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Fabrizio D'Aloia - Clipper Round the WorldAlle 12.00 UTC abbiamo tenuto un minuto di silenzio per riflettere o pregare sul senso della ns avventura mentre su Icholcoal avveniva la triste cerimonia della sepoltura a mare di Sarah

Siamo a metà strada, a circa 2.750 miglia da Seattle. Ancora 15 giorni circa alla metà, sempre troppo lontana…
A bordo iniziano i pronostici sulla data di arrivo!

Abbiamo appena superato lo scoring gate, il cancello virtuale che assegna 3
punti al primo, 2 al secondo e 1 al terzo.

Noi abbiamo scelto di passare più a sud per beneficiare di condizioni meteomarine migliori. Si fa per dire.

Sono 4 giorni oramai che si naviga di bolina e si vive a bordo inclinati perennemente di 30-32 gradi. Oltre lo sbattimento continuo delle onde.

Randa ridotta ai minimi con 3 mani di terzaroli, yankee 3 e staysail. Vento a 30-35 nodi con raffiche improvvise fino a 50.

E’ incredibile come psicologicamente sapere che sei oltre la metà del percorso ti aiuti ad andare avanti, ma allo stesso tempo ti rende sempre più insofferente nei sacrifici e fa scattare il conto alla rovescia per ogni cosa.

Nel frattempo domani ci apprestiamo a superare la IDC (linea internazionale del cambio di data) posizionata convenzionalmente al 180 meridiano.
Saremo diametralmente opposti al meridiano di Greenwich che passa per Londra e che tante volte ho attraversato a piedi.

In pratica è la linea scelta per il cambio di data: a destra e sinistra della linea sono due date diverse.

Andando verso est come nel ns caso, superandola saremo ancora nello stesso giorno (in pratica 24+24 ore nella stessa data).
Viceversa provenendo al contrario da ovest occorre saltare un giorno di calendario.

In pratica compiendo il gioro del mondo da ovest verso est si recupera un giorno di calendario.
Giulio Verne ne ha fatto un capolovoro letterario con il suo “Giro del mondo in 80 giorni

La cosa oggi non ci sorprende, ma all’epoca dei grandi viaggi e delle grandi scoperte fece scalpore.

I primi ad accorgersene furono i marinai sopravvissuti alla spedizione di Ferdinando Magellano intorno al mondo, quando approdarono a Capo Verde e si resero conto che il loro calendario era un giorno indiero rispetto a quello degli abitanti dell’isola.

Il fatto fu subito spiegato, ma il Papa pretese una spiegazione alla supina commissione scientifica della corte spagnola convocandola a Roma per una relazione dettagliata.

La linea del cambio di data, benchè sia una costruzione organizzativa dell’uomo mi affascina per il suo altalenare di date a destra e sinistra e ne approfitterò per lanciare a mare un messaggio in un tubetto di compresse terminato immaginandolo che vaghi tra lee date nel calendario.

Sarà un messaggio di pace per tutti coloro che sono morti inseguendo i loro sogni e prevederà una ricompensa in favore di chi lo ritroverà.

Dell’altro tubetto lanciato nell’Atlantico a settembre a cavallo dell’equatore non ho ancora notizie.

Superata la linea del cambio di data si inizierà a respirare aria d’America voltando definitivamente le spalle all’Asia

A bordo nel frattempo nevica…