Il 28 giugno ’94 l’Italia soffriva a Washington contro il Messico nell’ultima partita del girone eliminatorio ai Mondiali americani. A Tassotti rispose Bernal, ma fu un 1-1 importante per la selezione di Sacchi che centrò gli ottavi di finale grazie ai ripescaggi. Più o meno nelle stesse ore, in Italia, nasceva Alessio Cragno. Precisamente a Fiesole, comune di circa 14mila abitanti alle porte di Firenze. Ventidue anni dopo quel bambino, nel frattempo diventato grande, incrocia la strada del Benevento. Il particolare non irrilevante è che negli anni trascorsi dal gol di Tassotti alla promozione in serie B dei giallorossi, Cragno non ha perso tempo. Ha fatto di una porta la sua casa e di un pallone l’oggetto da neutralizzare. E’ uno dei migliori portieri emergenti del calcio italiano. Di un talento tanto sopraffino da fare invidia. Il Cagliari, proprietario del suo cartellino, lo coccola e lo lancia su grandi palcoscenici. Gli ha prolungato il contratto fino al 2020, ma prima di dargli in mano le chiavi della Ferrari sarda, lo ha mandato in prestito in una delle realtà più ambiziose della prossima serie B. Ed ecco che gli elementi in comune tra il singolo e la comunità si evidenziano automaticamente.
Il Brescia lo scoprì nel 2009, affidandogli la porta degli Allievi Nazionali nella stagione successiva. Il debutto in B arriva nel 2012, a 18 anni, contro il Modena. Ma è nella stagione successiva che Cragno dà bella mostra di sé mettendo in fila parate su parate, talvolta miracoli, da far stropicciare gli occhi agli addetti ai lavori dei migliori club d’Italia. Ad avere la meglio è il Cagliari, che a fine stagione lo ingaggia e lo fa esordire in serie A. Il debutto non è in uno stadio qualsiasi, ma all’Olimpico di Roma. 14 presenze in campionato e due in coppa Italia in una stagione difficile per il club rossoblu, retrocesso in B a fine campionato. Dal 21 settembre 2014 al 18 dicembre dello stesso anno non ha mai lasciato la porta cagliaritana, poi l’arrivo di Brkic nel mercato di gennaio ha spinto la società a puntare sull’esperienza in una fase delicata. Stesso discorso per l’anno successivo, in cui l’arrivo di Storari e l’oobiettivo di una pronta risalita in serie A da parte dei sardi hanno limitato il raggio d’azione del portiere toscano fino a gennaio, mese del suo approdo a Lanciano. In Abruzzo prestazioni ben al di sopra delle aspettative non sono servite a contribuire alla salvezza dei rossoneri, sconfitti ai play out con la Salernitana e recentemente spariti dal calcio che conta.
Saracinesca – Cragno aveva conquistato a suon di prestazioni anche la maglia da titolare dell’under 21. Nella nazionale giovanile conta 7 apparizioni e un solo gol subito, praticamente un record. A sottrargli il posto nell’undici di Di Biagio è stato Donnarumma che in primavera ha giocatto le sfide con l’Eire e l’Andorra. Quella di Cragno resta una striscia di tutto rispetto condita dai clean sheet ottenuti con Slovenia (due volte), Eire e Lituania in gare che valevano l’accesso agli europei di categoria in programma la prossima estate. A questo va aggiunto anche il gettone in amichevole con l’Ungheria del 12 agosto scorso e l’esordio del 2014 contro il Montenegro (altra rete inviolata, 4-0).
Filo conduttore – C’è qualcosa che lega Cragno agli altri due arrivi nel pacchetto arretrato giallorosso. Se Venuti e Camporese sono prodotti del vivaio della Fiorentina, il sogno di Cragno è quello di militare un giorno nel club viola per il quale fa inevitabilmente il tifo. Ma visto che il futuro è tutto da vedere, è bene concentrarsi sul presente. Il Benevento ha messo le mani su un altro preziosissimo gioiello. L’uomo Cragno e Batman Gori: con due supereroi così, impossibile avere paura.
(foto tuttosport.it)
