Zerillo: «Casalbergo chiudiamo al meglio una grande stagione»

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Chiudere la stagione al terzo posto da neopromossa è senza ombra di dubbi un risultato di prestigio. Il Casalbergo, però, non ha ancora esaurito la voglia di stupire e punta con decisione agli imminenti play off. Spareggi da vivere senza assillo del risultato, cercando di dare il massimo ma con la consapevolezza di aver disputato un campionato di alto livello. Se poi dovesse arrivare la promozione, la seconda di fila, ben venga.

Senza il suo uomo simbolo, lo squalificato di lungo corso Antonello Zerillo, a guidare i fortorini sarà Matteo, il più piccolo dei fratelli che solo lo scorso anno calcava un palcoscenico ben più prestigioso come quello di serie D.

Matteo partiamo dalla stagione appena conclusasi, un bilancio?

È stata una stagione molto positiva, ho avuto modo di giocare con gli amici di sempre. Al Casalbergo l’unico vero scopo è quello di divertirci. Per quanto riguarda i risultati, poi, siamo arrivati secondo a pari merito con il Rione Libertà quindi posso considerarmi più che soddisfatto.

Zerillo MatteoUna stagione che vi ha portato ai play off. Con quale spirito li affrontate?

In queste due settimane ci siamo preparati al meglio per affrontare la partita contro l’Atletico Benevento. Sappiamo che si tratta di una buona squadra, la rispettiamo ma noi proveremo a regalare una vittoria a noi stessi e ai nostri tifosi per poi giocarci tutto nella finale.

Cosa o chi temi dell’Atletico Benevento?

L’Atletico ha in rosa giocatori di categorie superiori. Complessivamente hanno un buon organico ma, come ho detto in precedenza, noi penseremo esclusivamente a fare la nostra partita perché siamo un ottimo gruppo e siamo consapevoli della nostra forza.

La scorsa estate hai deciso di scendere in Seconda Categoria, nostalgia di un calcio più importante come quello di D?

No, nessuna nostalgia e nessun rammarico. Ho preso questa decisione perché volevo divertirmi insieme ai miei compagni e cosi è stato.

Una curiosità infine, cosa si prova ad avere un fratello come allenatore?

E’ una strana sensazione, poi però ti ci abitui. In campo tutti lo consideriamo come mister, mentre fuori siamo fratelli. Nella seconda parte di stagione mi ha cambiato ruolo figurati… Comunque sarebbe stato meglio vederlo giocare anziché costretto a vivere una stagione esclusivamente come allenatore, ci è mancato tanto il suo contributo in termini di esperienza e di gol.