Taddeo: «Ciro scusa ma devo batterti. Il mio futuro da giocatore e tifoso»

San Giovanni a caccia di punti salvezza contro il Molinara

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Voglia  e passione non gli sono mai mancate, su questo c’è poco da discutere. Quella voglia di campo e di calcio, quella passione che l’ha spinto a rimettersi in gioco convincendolo a indossare nuovamente gli scarpini. Spogliatosi dei panni del presidente, Massimo Taddeo è tornato a vestire quelli del calciatore.

«Mi sono rimesso in gioco dal punto di vista personale, ritrovando un vecchio amore come il campo da calcio. Quando torni a giocare a una certa età e lo fai con grandissima volontà, con la voglia di correre sia in allenamento che in partita, non può che essere una soddisfazione, al di là dei risultati. Mi sento bene sia fisicamente che mentalmente e devo ringraziare chi mi ha dato questa possibilità, negatami da altre parti. Silvio Francesca si è messo a disposizione, dispiace non potergli dare le soddisfazioni che merita ma diventa difficile quando c’è poca partecipazione agli allenamenti e la squadra è molto giovane».

Taddeo MassimoUna squadra, il San Giovanni, che non deve commettere l’errore di considerarsi salva: «Dobbiamo ancora centrare l’obiettivo, l’ultima ha otto punti e una gara in meno, il discorso non è certamente chiuso. La società merita di mantenere la categoria per gli sforzi sostenuti, è il minimo che possiamo fare da parte nostra».

Il Molinara è dunque avvisato. Sabato prossimo la compagine sangiorgese non farà sconti. «Puntiamo a vincere soprattutto le partite casalinghe», prosegue Massimo Taddeo, «nell’ultima gara interna abbiamo pareggiato con la Juventina Circello, prima della scoppola di Pago Veiano. Nonostante il passivo, non ho visto grossa differenza tra le due squadre. Il Pago Veiano ha disputato una grande partita ma gli abbiamo spianato la strada. Abbiamo rispetto per il Molinara, Ciro sa sempre come cavarsela, noi però abbiamo bisogno di punti e non guarderemo in faccia a nessuno».

Al momento del fischio di inizio, dunque, ci sarà solo il campo a cui pensare. «Con Ciro ci vediamo spesso, è sempre un piacere specie quando avviene su un campo da calcio. E’ bello ritrovarsi, tra di noi ci sono stima e affetto ed è normale pensare alla partita non come a uno “scontro” tra rivali. Ritroverò tanti amici sabato ma durante i novanta minuti penserò solo ai tre punti, al termine ci sarà invece tempo per gli sfottò».

Sarà un piacevole déjà-vu. Riaffioreranno vecchi e indelebili ricordi di un tempo ormai andato e che non tornerà. «La nostalgia è tanta, conservo ricordi belli ed entusiasmanti», conclude l’ex presidente della Forza e Coraggio, «la scelta fatta la scorsa estate è stata ragionata e voluta. Credo sia stato raggiunto il massimo possibile per una società dilettantistica, di meglio non si poteva fare. La Lega Pro sarebbe stata un miracolo calcistico ma senza margini di crescita e con grande dispendio di tempo e denaro. Sono stati dieci anni eccezionali, ci siamo divertiti e adesso ne conserviamo il ricordo. Purtroppo viviamo in una piccola realtà, in una piccola città. C’è una prima squadra che insegue un sogno importante e in futuro mi limiterò a seguire e fare il tifo per il Benevento, continuando a giocare fino a quando il fisico me lo permetterà».