Oreste Vigorito:Ho sbagliato, Non ho mai smesso di essere il presidente del Benevento

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ORESTE VIGORITOIl Presiente del Benevento Calcio Spa, in un’intervista in diretta telefonica alla trasmissione Breaksport ha chiesto scusa ed ha spiegato i fatti:

“Ho il dovere di rimanere legato alla mia società, al tifo sano e a questa città che amo. Sarei stato un vigliacco se fossi andato via, sono dispiaciuto per quanto successo e chiedo scusa a tutti”

“Ho grandi progetti per il club. Sarebbe stato più facile andare via che restare ma ho un obiettivo da raggiungere insieme a tutti i beneventani. Landaida ha sbagliato e domani sarà a disposizione dei giornali per le scuse”

“Non ho mai smesso di essere il presidente del Benevento. Avevo fatto una comunicazione sbagliata in un momento sbagliato. Stanotte non ho dormito molto, come potrete immaginare. Il momento era sbagliato perché se c’è qualcuno che fa un errore, l’altro non rimedia facendo un altro errore, sarebbe controproducente. La società rappresenta il tifo sano e certamente non si può predicare bene e razzolare male. Quindi non posso andare via perché lascerei spazio ad una contestazione che nasce il giorno dell’installazione dei tornelli, non prende una squadra intera, ma si scaglia contro una macchina di un calciatore che è il simbolo della famiglia. Si è finito con i cori “Vogliamo il Santa Colomba” e questa è la cosa che mi da amarezza. Cosa ci facevano 15-20 persone che stavano fuori ai cancelli? Volevano gettare i fiori alla sposa? Io non credo… 
Non c’è stata nessuna contestazione alla società, è vero ma quando si contestano i calciatori si contesta la società: io non ricordo di avere mai avuto rapporti di società con gli ultras; abbiamo dei ruoli diversi. Non capisco cosa dovrebbe dire Clemente agli ultras. Chi vuole parlare con Clemente per discutere della partita e chiedergli spiegazioni a caldo, diventa socio del Benevento Calcio, altrimenti non vedo perchè dovrebbe farlo. Io posso essere messo sotto accusa su quello che faccio, e per questo non ho intenzione di fare polemica con questi signori.
I signori che aspettavano fuori, quando Landaida è uscito lo hanno apostrofato come “cornuto”. I poliziotti sono usciti dopo 5 minuti e Landaida ha reagito in modo stupido, ma è stata una reazione. I ragazzi là fuori hanno detto di tutto e di più. Dite che non aspettavano Landaida?? Di certo sono passati Zito e Signorini  ma non gli hanno detto niente. Io ho detto una cosa sola: c’è qualcuno che pensa che la mia sia un’azione premeditata, ma come è possibile viste le promesse che ho fatto?

“Io ho già dimenticato tutto. Perché amo la città di Benevento. Non voglio che in giro ci sia una voce di una mia azione premeditata. Chiarisco fin da ora che la società non permetterà mai che uno stipendiato del Benevento vada fuori a parlare con gli ultras, perché non lo concepisco.
Le aggressioni di natura verbale non sono consentite, perchè altrimenti anche a teatro quando l’attore non mi piace gli sputo in faccia. La contestazione pacifica non si fa dopo la partita ma nelle altre sedi.

Sono venuto a Benevento a chiedere scusa a un’intera città perché ho sbagliato a dare le dimissioni. Ho confuso le figure di padre e presidente. Sarei vigliacco ad andare via.

Ne approfitto per annunciare che da domani mattina giocatori e tecnici saranno in silenzio stampa, perché è il caso che ognuno si faccia un esame di coscienza. I calciatori devono giocare a pallone e non essere promotori di se stessi. Parleremo solo io, il direttore generale (Renzulli) e il direttore sportivo (Mariotto). Noi parleremo, siamo a completa disposizione, ma i giocatori e i tecnici devono pensare solo al campo.
Landaida ha chiesto scusa tramite me. Chiede scusa per tutto quanto circolato in questi giorni, ma andrà in campo quando decide l’allenatore, non quando lo decidono i tifosi. Se qualcuno dà fastidio a Landaida, o chiunque altro se la vedrà con l’intera società. Landaida sarà autorizzato a rilasciare le scuse domani; Voleva venire in tv stasera ma io gli ho detto che non era il caso”
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Al termine il Presidente risponde ad una domanda, che rigarda il suo sentirsi un cittadino beneventano:
“Ogni giorno mi sento più beneventano di quello precedente perché qui mi sento sempre a casa“.