Mastroianni: “Ho pianto dicendo a mio figlio che quello è stato il mio stadio”

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Se non avete ancora smesso di piangere, se non avete ancora realizzato, se avete voglia di concedervi qualche altro istante di estasi, allora leggete questa lettera scritta per Sannioport.it. La firma è di Stefano Mastroianni, uno degli ex più amati dal popolo giallorosso. Un sannita dentro, che con il Benevento vinse quello che fino a ieri era rimasto l’unico play off vinto dalla Strega nella sua storia. A Lecce, il 13 giugno del ’99, contro il Messina. Vi lasciamo al testo.

“Tutto ciò che risveglia dal sonno della realtà è reale, diceva Freud. Quella realtà fatta di rassegnazione e di abbandono a ciò che il destino sembrava avesse riservato all’amata Strega. Quella realtà in cui gridando instancabilmente a squarciagola il proprio amore si sperava di modificare le pagine del libro.

Per fortuna, il reale non coincide con la realtà poiché il reale è qualcosa che si sveglia e ci impedisce di continuare a dormire nella speranza. Il reale spesso è ciò che scompagina la realtà e che ripaga chi, ricevuto in lascito lo spirito indomito simboleggiato dal mitico cinghiale caledonico e trasmesso dall’eroe acheo Diomede, ha preso in eredità le lacrime dei propri avi trasformandole in sorrisi. Non cedendo a quell’alone di pessimismo cosmico che da anni sembrava ricoprisse la città.

Sembra passato un secolo dal giorno in cui un giovane sbarbatello appena giunto in città, intervistato per la prima volta in vita sua, affermava di non credere al fatto di avere la possibilità di giocare nello stesso stadio che un anno prima, da avversario, gli aveva fatto tremare le gambe. Dal grido impressionante di speranza strappato a tutti voi per un gol che aimhe risultò vano nella semifinale di ritorno contro i nostri cugini dalle casacche bianche. Dalla tensione che annunciava la prima finale della mia carriera, che mi ha tenuto sveglio per 3 notti di fila nonostante il tentativo di stemperarla ascoltando “Mmmmmmmm” dei Crash Test Dummies; dalle parole strappate all’arbitro di Lecce pochi secondi prima dell’apoteosi in cui disse a me e ad uno mio compagno di stare tranquilli perché nell’istante in cui avremmo perso il pallone lui avrebbe fischiato la fine. Sembrano lontani pure quei momenti in cui un grido di disperazione si ergeva nell’aria, un urlo che faceva: “play off???!?!? Non grazie!!!”
Erano i tempi di “a tutta C” dei primi cellulari grossi come Mattoni, delle partite in Vhs di Gino Gramazio, delle scarpette nere, di Zio Gaetano, dei palloni da trauma cranico, delle amichevoli del giovedì sui campi in cemento, dei pantaloncini ascellari. Tante cose sono cambiate ma non le emozioni che sprigiona quello stadio

Oggi qui davanti alla televisione con la pelle d’oca, gli occhi lucidi e un nodo alla gola, che non mi permette di spiegare a mio figlio che quello è stato anche il mio stadio, sento i commenti dei giornalisti di Sky sorpresi dalla passione che pervade l’aria, ma loro non lo sanno. Effettivamente sembra una finale di Champions, “la notte Delle streghe” intitola Sky sport 1. Oggi come ieri, e la certezza che per certe cose domani sarà come oggi
Sono uno sportivo, e per quelli come noi è più dura guardare avanti perché il passato ci opprime. E forse è per questo che a volte siamo pervasi da una sorta di invidia, un’invidia innocente, benigna, ma pur sempre invidia. Della quale, ogni volta, provo a chiedere venia a me stesso come se lo facessi a coloro che ne sono l’oggetto inconsapevole. Oggi chiedo scusa a voi perché ho provato questo deplorevole sentimento nei vostri confronti, ma soprattutto di coloro che hanno avuto la fortuna di guardarvi da quella visuale magica”.

Giallorosso per sempre
Stefano Mastroianni

Classe '90, beneventano dentro e fuori dal campo. Pubblicista dal 2012, laureato in Scienze della Comunicazione. Dal 2009 al seguito dei colori giallorossi con un pc sottobraccio. La B un sogno realizzato, ma non c'è conquista più bella di quella che deve ancora arrivare...