Si sono guardati in faccia, avevano gli occhi pieni di gioia e fatica. Poi si sono abbracciati con le ultime forze rimaste nel serbatoio. La spia della riserva non si è mai accesa per questo Benevento, per Lucioni e per tutti i protagonisti di quella che in serie B – il campionato dei gol – può essere considerata una piccola, grande impresa. I giallorossi hanno raccolto la sfera in fondo al sacco una sola volta in 270 minuti. E’ accaduto a Modena, contro il Carpi, dove per poco Ghigo Gori non riusciva a trovare l’ennesima deviazione decisiva della sua carriera.
Poco male, perché i sanniti si sono guadagnati l’etichetta di squadra temibile con il lavoro e il sacrificio. Ad una buona ossatura ereditata dallo scorso campionato, Baroni ha saputo già inserire tasselli in zone calde del campo modellando la squadra a sua immagine. Lo si può notare osservando il comportamento dei giallorossi in fase difensiva. Nulla viene lasciato al caso e anche le imbucate più insidiose (vedi Gomez e Siligardi nel pomeriggio di sabato) vengono sventate grazie a un senso della posizione encomiabile e al supporto di un centrocampo mai in affanno.
Baroni nel post-gara ha tenuto a precisarlo. “Quando si parla di fase difensiva, vorrei che non si parlasse di reparti. Se abbiamo incassato solo un gol lo dobbiamo anche a Ceravolo, Falco, Melara e Ciciretti che aiutano tutti gli altri nel ripiegare e nel ridurre varchi e tempi di gioco”. In poche parole, il Benevento pur avendo mutato radicalmente campionato, schemi e abitudini rispetto al passato, si comporta già da squadra. E con piedi fatati come quelli dei suoi registi e funamboli è in grado di capitalizzare gli sforzi e accendere la lampadina delle idee in qualsiasi momento. Eureka!
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