“Ma chi lo ha tirato? Mazzeo?”

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Cosenza-Benevento-1-1-12Fabio guarda la palla, la  accarezza con le mani, la  tiene a sé. Gli è capitato già due volte, da dicembre in avanti, di ficcarsi in una situazione simile. Prima al Massimino, dove si trovò a sconfiggere i fantasmi di un girone di andata costellato da difficoltà ed equivoci. Poi a Foggia, in quella che definimmo la partita dell’anno. Lui, Fabio Mazzeo, contro tutto lo Zaccheria. E vinse lui, ovviamente. Ora però c’è un terzo ostacolo da superare, a un passo dal settore ospiti del San Vito Marulla. In quella Cosenza che è stata sua per qualche mese prima di essere lasciata alla ricerca di nuovi stimoli e avventure. Da queste parti Fabio è un ex. Lo stesso pubblico che lo aveva incitato quando vestiva il rossoblu, ora è lì a fargli sentire il peso di una responsabilità che può valere su per giù una carriera. Alla sua destra accade qualcosa di strano. Brusìo di sottofondo, preghiere, fiato sospeso. C’è chi si volta di spalle, chi fugge verso i gradoni isolandosi da tutto il resto. Alcuni tifosi abbandonano gli spalti per qualche minuto non curandosi neanche di chi si incaricherà della battuta di un calcio di rigore che può fare storia. Non ce la fanno proprio a sopportare l’eventualità di un errore. Lui però è lì, accarezza la palla con le mani, la tiene a sè. Poi la appoggia sul dischetto in un attimo eterno che appartiene a un’altra dimensione. Una dimensione in cui la B non esiste, non esistono i tre punti e non esistono neanche le inseguitrici. Una dimensione in cui esistono solo Fabio, il portiere avversario (Pietro Perina), la palla, e quel rettangolo delimitato da due pali e una traversa. La calma è olimpica, il sinistro sicuro. La rete si gonfia e produce un rumore che sa di trionfo. Il boato è di quelli che valgono da soli il prezzo del biglietto oltre al sacrificio di un viaggio infinito su una Salerno-Reggio Calabria in miglioramento ma ancora lontana dall’essere decente. Quelli che erano fuggiti per le scale senza voler guardare riemergono dal buio con gli occhi felici. “Ma chi ha tirato? Mazzeo?”. Sì, Mazzeo. Sempre Mazzeo. Come a Catania quando sconfisse i fantasmi. Come a Foggia quando abbattè i satanelli. Adesso qui, a Cosenza, terra di mezzo tra sogno e realtà.

(Foto Strettoweb)

Classe '90, beneventano dentro e fuori dal campo. Pubblicista dal 2012, laureato in Scienze della Comunicazione. Dal 2009 al seguito dei colori giallorossi con un pc sottobraccio. La B un sogno realizzato, ma non c'è conquista più bella di quella che deve ancora arrivare...