L’esempio di Carmine, tifoso giallorosso dal cuore d’oro

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Sanniti dentro e fuori dal campo. E’ il dolce destino dei tifosi giallorossi che emigrano dalla propria terra conservandone i valori e seminando generosità. Carmine De Felice non sapeva, cinque anni fa, che trasferendosi a Mirandola (in provincia di Modena) con la sua famiglia avrebbe presto vissuto il dramma del terremoto. Beneventano purosangue, finanziere e grande tifoso della Strega, non si è abbattuto e ha trasformato da vero sannita le difficoltà in opportunità. Ora che il dramma lo stanno vivendo i cittadini del centro Italia, sta facendo di tutto per dargli una mano a rialzarsi. “Mi sono trasferito in Emilia un anno prima del sisma, ho vissuto attimi difficili insieme alla mia famiglia, ma per fortuna tutto dalle nostre parti sta tornando alla normalità”.

mortizzuolese
Alcuni scatti da Mirandola che racchiudono le iniziative della Mortizzuolese

E la normalità, solo quando non ce l’hai, inizi ad apprezzarla davvero a fondo. Talmente tanto che quando la ritrovi senti la spinta forte di voler fare qualcosa per chi ha perso improvvisamente tutto. Carmine dirige una squadra amatoriale iscritta al campionato Uisp di Eccellenza, la Mortizzuolese; dopo la scossa che ha devastato Amatrice, lo scorso 24 agosto, ha chiamato a raccolta i compagni per donare beni alle popolazioni bisognose. “Insieme ai ragazzi della squadra abbiamo recuperato 5 roulotte che sono poi diventate 20 grazie al contributo della mia amica Francesca Corcione. Le abbiamo riempite di beni di prima necessità e inviate alle famiglie colpite dal sisma. Nel nostro piccolo abbiamo voluto fare qualcosa”.  Ora, dopo i recenti accadimenti, la richiesta inevitabilmente salirà. “Ci stiamo attivando per fare altro e invito tutti a seguirci. E’ un dramma difficile da affrontare, l’ho vissuto sulla mia pelle in Emilia, non parlo per luoghi comuni”.

Ma che la Mortizzuolese sia molto più di una squadra lo testimoniano le iniziative collaterali: “Abbiamo dato un calcio al razzismo, in organico ci sono ragazzi di ogni nazionalità che si sono integrati perfettamente con il resto del gruppo e contribuiscono a formare un’ossatura di amici, più che di calciatori. Con il pallone ci divertiamo, ma è quello che facciamo fuori dal rettangolo verde a darci maggiori soddisfazioni, a farci sentire uomini”. E può capitare che lo spirito dei guerrieri sanniti e delle streghe beneventane dia una mano anche in zona gol: “Nella notte di Halloween abbiamo affrontato il Club Giardino, una delle squadre più forti del campionato. Beh, alla fine abbiamo vinto noi. Proprio come ha fatto il Benevento, che seguo a distanza ma con la stessa passione di quando ero bambino”.

Classe '90, beneventano dentro e fuori dal campo. Pubblicista dal 2012, laureato in Scienze della Comunicazione. Dal 2009 al seguito dei colori giallorossi con un pc sottobraccio. La B un sogno realizzato, ma non c'è conquista più bella di quella che deve ancora arrivare...