La storia di Paolo: quando la Strega è un colpo al cuore

181

img_6493A volte basta un attimo a cambiarti la vita. Un fischio arbitrale, un gesto inconsulto, un calcio di rigore. Sono immagini che Paolo tiene ben impresse nella mente come flashback pungenti di un’eterna storia d’amore. Una storia, quella tra lui e la Strega, che il 13 marzo scorso stava per costargli qualcosa di troppo.

Era il giorno di Benevento-Casertana, match dalla vigilia elettrizzante e dai contenuti epici. Per lui addirittura qualcosa di più: al momento del rigore di Mancosu, sul 2-0, ebbe un infarto. “Quando De Angelis cadde in area dopo un presunto contatto con il nostro Lopez, sperai che l’arbitro non avrebbe indicato il dischetto. Mi resi subito conto che si trattava di simulazione, avevo un’ottima visuale su quella porzione di campo. Nel momento in cui vidi assegnare il rigore raggiunsi un livello emozionale elevato, poi sentii una scarica di tensione quando il nostro grande Ghigo Gori però il penalty. Da quel momento iniziai a sentirmi sempre peggio e chiesi ai sanitari della Misericordia di essere accompagnato in ospedale. Capirono subito che avevo un infarto in atto, fui operato d’urgenza”. Paolo Rocco racconta con emozione anche i secondi successivi al suo risveglio. “Il dottore mi chiese se volessi sapere il risultato finale, e in prima battuta mi venne da sorridere; temevo in qualcosa di negativo e in quelle condizioni probabilmente non lo avrei sopportato. Poi fu lui a dirmi che il Benevento aveva vinto 6-0 e stentavo a crederci, pensavo fosse uno scherzo. Per fortuna andò tutto bene anche dal punto di vista fisico, per il recupero personale”.

Si dice che la B è un traguardo raggiunto dopo tante sofferenze, ma nel suo caso il concetto è addirittura amplificato: “Diciamo che me la sono vista nera, ma per fortuna siamo qui a vivere un’altra stagione memorabile. Lo merito io così come tutti quei tifosi che non hanno mai mollato dopo anni e anni di delusioni. Ne ho vissute tante sul campo, anzi una proprio sul terreno di gioco. E quando la vivi sul terreno di gioco tutto viene avvertito con maggiore intensità”. Il riferimento è a Benevento-Cosenza del 3 maggio 1987: “Ero un ragazzino, svolgevo la mansione di raccattapalle. Il Benevento si avviava verso la retrocessione e alla quintultima giornata era chiamato a vincere obbligatoriamente per non perdere il treno salvezza. A dodici minuti dalla fine segnò Birigozzi, poi successe di tutto. L’arbitro Conforti di Macerata concesse un recupero infinito durante il quale gli ospiti pareggiarono e ci condannarono di fatto alla retrocessione in C2. Le scene che vedemmo quel giorno furono molto tristi, anche a causa di episodi di violenza che condussero alla squalifica del nostro stadio per ben 7 mesi”.

Da quel giorno di cose ne sono cambiate, tra gioie e dolori vari. “La persona che ricordo con più affetto, tra quelle che hanno vestito la maglia giallorossa, è il compianto Komi Tchangai. Era l’affittuario del mio appartamento in via Fontanelle, avevamo un legame particolare e conservo ancora con affetto la sua maglia (foto). Quando venni a sapere che ci aveva lasciati ci rimasi molto male, era una persona meravigliosa oltre che un grande professionista”. E il legame con l’Africa, per Paolo, non si è certo spezzato: “Tre anni fa mi recai in vacanza in Kenya e capii che bisogna fare qualcosa di concreto per quelle popolazioni, soprattutto per quei bambini che versano in condizioni particolarmente negative. Insieme a qualche amico ho istituito un fondo per aiutarli, non appena raggiungeremo una cifra congrua provvederemo ad inviare tutto per la costruzione di un pozzo o qualsiasi altra cosa di cui abbiano bisogno. Presto ci tornerò, è un obiettivo che mi sono posto e che porterò a termine”. 

Alcuni scatti del nostro piacevole incontro con Paolo Rocco. Hai anche tu una storia da raccontarci? Contatta la pagina Facebook “Sannio Sport” oppure scrivici a redazione@sanniosport.it 

Classe '90, beneventano dentro e fuori dal campo. Pubblicista dal 2012, laureato in Scienze della Comunicazione. Dal 2009 al seguito dei colori giallorossi con un pc sottobraccio. La B un sogno realizzato, ma non c'è conquista più bella di quella che deve ancora arrivare...