Il Diario di Fabrizio D’Aloia – Cross Pacific Race: Day 2

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Fabrizio D'Aloia - Clipper Round the WorldQueste le parole di Fabrizio D’Aloia, al suo secondo giorno del Clipper Round the World..

Finalmente  siamo partiti!!
Come per ogni progetto a lungo preparato, la partenza e’ un atto liberatorio che scarica in un istante tutta la tensione accululata nei giorni precedenti.
Un’ondata di adrenalina scorre all’improvviso in tutte le vene specie nelle fasi concitate della partenza.

A bordo e’ tutta un’altra storia rispettto alla precedente traversata dell’Atlantico da Londra a Rio.

Siamo in tutto 15 in equipaggio contro i 21 della volta pecedente. In tre hanno rinunciato a proseguire il giro del mondo al termine della 2a, 4a e 5a regata, Sarah, invece, non ha potuto imbarcarsi in questa tappa perche si è fratturata il braccio al termine della 5a regata. Ci aspettera’ all’arrivo a Seatlle.
Rivedendo le pagine del mio diario personale della precedednte regata dove avevo pronosticato chi avrebbe abbandonato il giro del mondo e in che ordine, praticamente ne ho indovinato 2 su 3.
Non avrei, pero, mai immaginato che anche lo skipper sarebbe cambiato e che al posto di Igor ci sarebbe stato qualcun altro, anzi chiunque altro. Soprattutto perche’ pensavo che fosse il migliore e insieme volevano vincere ogni regata.
Invece mi ritrovo a bordo con Bob Beggs, 58 anni, inglese, veterano dei marines di Sua Maesta’, esperto velista con numerose traversate all’attivo.
Uno duro che parla un Inglese con accento ed aggettivi “portuali”, e che passa dal paracadutismo alla vela, dall’arrampicata alle immerdioni con la stessa semplicita’ con cui possiamo passsare dalla cane al pesce o dal vino bianco a quello rosso. In compenso, pero’, e’ alla mano e simpatico, o, almeno, cerca di esserlo.

Per me che ero personalmente legato a Igor con un forte legame di simpatia e di fiducia reciproca (io avevo chiesto di essere a bordo con lui e lui mi aveva gia’ selezionato dopo il training) e’ stato uno shock quando ho appreso la notizia del cambio skipper al termine della seconda regata.
Sembra che ci sia stata una lite furibonda al temine della prima regata proprio con il “leggendario” Sir Robin Knox-Johnston dopo l’incidente alla barca accaduto per soccorrere LMAX e sulle modalita’di recupero e
riparazione e sulle relative conseguenze sulla sicurezza.
Risultato: licenziato su due piedi all’arrivo a Citta’ del Capo.
Anche per Igor e’ statao uno shock perche’ aveva preparato la regata nei minimi particolari da un anno ed era intenzionato a vincerla, anche per una sorta di confronto personale con Olivier Cardin, lo skipper di LMAX,l’altro favorito della vigilia insieme ad Igor.

Si sa’ che nella vita chi ti porta in “cielo” puo’ riportarti in “terra”, anche bruscamente.
Succede nei rapporti affettivi, personali e anche lavorativi. Chi ti “da’” puo’ anche “toglierti”, e, tutto, all’improvviso svanisce ccome un sogno o una bolla di sapone.
Vivere ogni istante intensamente e’ indice di consapevolizza che nulla e’ per sempre, contribuisce a goderne a pieno e “stranamente “a prolungarne la durata.

La mancanza di Igor e i dubbi che parmangono sulle cause dell’incidente nella prima regata che ha causato la morte di Andy su Icholcoal, mi hanno fatto fino all’ultimo dubitare sulla mia partecipazione a questa regata.
Alla fine ha prevalso il richamo dell’oceano e che la vita va avanti comunque anche se in maniera dicversa da come avremmo voluto.

Rinunciare sarebbe stato facile, ma non sarebbe stata la scelta migliore anche dal punto di vista genitoriale ed educativo.
Si puo’ cambiare insegnate a scuola o in palestra come skipper in barca.
Questo non significa non andare piu a scuola o rinunciare allo sport preferito cosi come non partecipare piu alla regata a lungo preparata.

Certo psicologicamente non avrei mai immaginato di attraversare il Pacifico con uno sconosciuto al comando della barca. Ma anche questa e’ una sfida.

Fidarsi reciprocamente ed avere fiducia. Fidarsi, affidarsi e imparare a comprendersi in questo caso piu’ che mai, e’ assolutamente necessario, per andare lontano e sicuri, nel vero senso del termine.

Vi assicuro che non e’ semplice dormire mentre “l’altro e’ al timmone”.

A bordo abbiamo in equipaggio 5 cinesi e 4 donne. Un melting pot di 8 differenti nazionalta’.

Uno dei cinesi, Marcus, e’ un dottore e questo scaramanticamente parlando porta bene, perche’ di solito “quando c’e’ non serve”. Almeno spero, ancheperche’ e’ un chirugo estetico e ha detto che ama tagliare e conosce una spezia per rendere piacevole il sapore della carne umana cucinata…
Non vorrei mai trovarmi a mangiare strane “polpette o salsicce”.

Ci ha anche detto che in Cina l’intervento estetico piu’ richhesto oltre alla maggiorazione del seno, tradizionalemnte piccolo delle cinesi, e’ la ricostruzione dell’imene immediatamente prima del matrimonio, al punto da fissare un appuntamento con largo anticipo proprio a ridosso dello stesso.
In pratica il rifacimento della verginita’ e’ visto in Cina come un dono trasparente allo sposo, come il desiderio di resettare tutto il passato e iniziare con lui una nuova vita. Nesuna presa per i fondelli ad insaputa del partner come spesso invece ancora avviene in italia.
Ovviamente sono possibili  piu’ interventi. Meditate gente..

A bordo quindi, con il nuovo skipper, c’e’ un clima e un’organizzazione completamenti diversi.
E la partenza?
Ne parleremo la prossima volta.
Intanto puntiamo a doppiare la punta meridionale del Giappone con vento leggerro e freddo intenso.