ESCLUSIVA Alberto Frison “Ho superato i miei problemi, ora sono pronto”

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Alberto Frison, nato a Mirano il 22 gennaio 1988, di professione portiere, ha quasi sempre indossato la maglia numero 88 in onore della sua data di nascita.
Gli inizi giovanili sono a Treviso, che lo manda ben presto a farsi le ossa in C1 col Manfredonia. Lì viene notato dal Vicenza che lo acquista a titolo definitivo facendolo debuttare in B, categoria che giocherà anche con il Frosinone.
alberto frisonDopo un prestito senza presenze in serie A col Genoa, l’opportunità della carriera per Frison arriva col Catania col quale colleziona una ventina di presenze in serie A, ben figurando seppure fosse solo la riserva di Andujar.
Le tappe successive della carriera di Frison sono state con la Sampdoria, con la Salernitana, Sambenedettese e infine Racing Club Roma dal quale si è recentemente svincolato.

Abbiamo quindi contattato telefonicamente lo stesso Alberto Frison per sapere le sue attuali condizioni.

Ciao Alberto, siamo in pieno calciomercato, com’è la situazione per te, c’è qualche novità in via di sviluppo?
Ciao, come già avete detto, attualmente sono svincolato ero ripartito con la Sambenedettese e poi a gennaio ero passato al Racing Club Roma dove però non ho trovato spazio. Sono continuamente in contatto col mio nuovo procuratore che mi sta dando una grossa mano per cercare una nuova squadra. A dire la verità ci sono diversi interessamenti, soprattutto da parte di squadre di Serie C, e spero vivamente che qualcosa arrivi presto a concretizzarsi, visto che negli ultimi due anni ho giocato veramente poco, ciononostante so che posso dare ancora molto al mondo del calcio.

alberto frisonRiguardo il tuo prossimo ingaggio hai qualche preferenza, tipo di categoria: ci hai nominato la serie C, ma in passato hai partecipato a diversi campionati in serie B; oppure di avvicinarti a casa tua, quindi con una formazione veneta?
Non ho assolutamente preferenze di alcun tipo, la prima opportunità valida che mi capiterà tra le mani, la sfrutterò al massimo, anche se ho 29 anni posso dare ancora molto. L’importante per me è giocare con continuità, e non conta la categoria dove riuscirò a farlo. Dove vado, vado, fosse anche all’estero per me andrebbe più che bene. Infine posso affermare che non ho bisogno di avvicinarmi a casa come invece fanno di solito altri colleghi. Recentemente questo è accaduto ad Antonio Cassano, fermo anche lui da un anno: ha accettato l’offerta del neopromosso Verona, ma poi dopo sole due settimane, ha deciso di rifiutare l’ingaggio per restare vicino a moglie e figli (N.d.R.: la famiglia di Cassano è residente a Genova). Al di là di tutto, Cassano resterà comunque un grande giocatore per quel che è riuscito a fare in carriera.

Credi che con le attuali regole di composizione delle rose in serie C, ci saranno problemi a trovare una squadra che possa venirti incontro? La regola dei calciatori over dice che possono esserne inseriti solo 14 per squadra (N.d.R.: sono da considerarsi “over” i calciatori nati fino al 31 dicembre 1994).
Sicuramente dovremo tenere conto anche di questa situazione, ma come già detto prima, per me l’importante sarà solo giocare, perché è solo giocando che si può arrivare a puntare a grandi livelli. E’ questo il mio obiettivo principale. So che c’è gente che si aspetta molto da me, dopo quasi 100 gare in B, 18 in serie A e una 30ina in Serie C, sembrerebbe che la mia dimensione possa essere la serie B, ma questo non mi importa, ho solo voglia di ripartire alla grande trovando una squadra che possa darmi continuità, qualunque sia la categoria.

alberto frisonChiudiamo con una rassicurazione per chi ti vorrà prendere: i tuoi ultimi ingaggi si sono sempre chiusi con rescissioni consensuali, adducendo come giustificazione il termine “motivi personali”. Cosa c’è realmente dietro?
Beh, se vogliamo parlare di tutti i “problemi personali ” che mi attanagliavano, quello che ci sarebbe da elencare è troppo lungo. Come dice la parola, sono cose personali, e quindi posso giusto dire che uno dei motivi per cui sono stato fermo un anno è stato dovuto ad attacchi di panico. Fortunatamente ora mi sono lasciato tutto alle spalle, e non vedo l’ora di rimettermi in gioco, indossare i guanti e le scarpe e tornare in campo come una volta.