Editoriale: l’esonero di Fabio Brini. Giusto o sbagliato?

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Nel pomeriggio di domenica 19 aprile, la società del Benevento Calcio ha deciso di esonerare il mister Fabio Brini dal proprio incarico e il giorno successivo, dopo una notte di elucubrazioni sul possibile sostituto che potesse traghettare la squadra giallorossa verso la fine del campionato (e i probabili play-off), il presidente Oreste Vigorito ha indetto una conferenza stampa nella sala stampa del centro sportivo di Paduli ove il Benevento è solito condurre parte dei propri allenamenti settimanali.
Durante la conferenza stampa, coadiuvato dal DS Salvatore Di Somma, il presidente Vigorito ha presentato alla stampa (e indirettamente ai tifosi tramite le telecamere di OttoChannel) il nuovo allenatore, o per meglio dire, i nuovi allenatori della prima squadra: Daniele Cinelli e Juan Manuel Landaida.

Entrambi facevano già parte dell’organigramma tecnico del Benevento, in qualità il primo di allenatore degli Allievi professionisti, e il secondo in qualità di allenatore della Berretti.
Inizialmente si era pensato sempre a Landaida (genero del presidente Vigorito, in quanto compagno di una delle sue due figlie) affiancato da Giovanni Ignoffo, anche lui ex calciatore del Benevento, attualmente allenatore dei Giovanissimi professionisti, ma poi si è preferito Cinelli per il quale, non avendo il patentino, è stata chiesta una deroga alla Lega per allenare.

Tornando a Brini, ricordiamo il suo arrivo a Benevento avvenuto il 20 gennaio 2014, sottolineando come il suo palmares da allenatore (ben 4 promozioni dalla C1 alla B, e 2 salvezze tramite play-out) lo abbiano fatto preferire ad altri candidati.
All’epoca, dopo l’interregno di Carboni e Ugolotti con scarsi risultati da parte di entrambi, la società giallorossa si affidò a mister Brini specialista di promozioni tramite play-off, ben 3, l’ultima proprio la stagione precedente con il Carpi vincente nella finale contro il Lecce.

L’arrivo di Brini permise una coesione di tutto l’ambiente giallorosso, e nonostante il percorso interrotto in semifinale play-off nel doppio confronto col Lecce, Brini riuscì in soli 6 mesi a meritarsi la riconferma per la stagione successiva.
La squadra allestita nella scorsa estate con il fiore all’occhiello dell’acquisto di Umberto Eusepi, permetteva sogni di gloria nella città di Benevento, e il 26 ottobre 2014 dopo la vittoria in trasferta di Aversa, il Benevento Calcio tornò primo in classifica in serie C (ora Lega Pro), dopo ben 36 anni (l’ultima volta in testa fu nel 1978).
Dopo qualche giornata in cui la Salernitana ha spodestato il Benevento dalla testa della classifica, il Benevento riprende il primo posto e il 21 febbraio riesce persino ad allungare a +4 sui rivali granata, grazie alla rete a tempo scaduto di Eusepi nel match interno contro il Melfi.

Ed è proprio dopo Benevento – Melfi 2-1 che inizia la discesa della squadra allenata da Brini, i giocatori pensano sempre più all’imminente confronto allo stadio Arechi, e il mister giallorosso cerca di sviare la cosa, concentrando le attenzioni dell’ambiente e della stampa sull’eccessivo impegno degli avversari del Melfi, atteggiamento che sempre secondo il tecnico gli stessi non avevano avuto nella partita contro la Salernitana.
Nella partita successiva, sempre in casa contro il Barletta, il Benevento riesce a pareggiare 1-1 sempre nel recupero con un’altra rete di Eusepi (sempre più capocannoniere del girone). L’attenzione di Brini nel dopo partita si focalizza sempre più sulla lotta non solo contro la Salernitana ma anche contro altre situazioni non meglio spiegate: “si dovrebbe fare un monumento a questi calciatori perché si stanno battendo non solo contro un’altra squadra ma anche con ben altre cose, che ora non vi sto qui a spiegare altrimenti mi squalificano”.
Le insinuazioni di Brini vengono raccolte in quel di Salerno ed inizia ben presto una guerra mediatica che si infervora su forum dedicati e sui social network.

Il 7 marzo 2015 arriva il tanto atteso big match con la Salernitana, ma in campo scende una squadra sola: i padroni di casa sono molto più motivati degli ospiti che concludono con una sconfitta per 2-0 perdendo quindi la testa della classifica con la Salernitana che si porta a +1.
Nella gara casalinga successiva giocata nel turno infrasettimanale dell’11 marzo, il Benevento affronta l’Aversa Normanna che si presenta al Ciro Vigorito con diversi uomini chiave assenti (chi in panchina e chi persino in tribuna): il motivo risiede nell’impegno salvezza contro la Reggina di domenica 15.
Nonostante l’utilizzo del 4-3-3, per la prima volta in stagione, con Mazzeo e Marotta a sostegno di Eusepi, i giallorossi non vanno oltre lo 0-0, arrivando addirittura vicini a subire un’incredibile sconfitta, considerando i due legni e le diverse occasioni avute dagli ospiti.
In tribuna avviene persino un parapiglia tra i tesserati dell’Aversa e alcuni sostenitori di casa, con i primi rei di aver esultato fin troppo per il pareggio insperato. Gli steward hanno poi provveduto a sedare immediatamente il diverbio scaturito nel post partita.
In sala stampa mister Fabio Brini per giustificare l’occasione mancata di riportarsi in vetta alla classifica parla di “stanchezza mentale” dei suoi.

La situazione sembra rientrare con i due successivi incontri fuori casa (vittoria a Lamezia per 1-0 e pareggio 0-0 a Caserta), e quello casalingo contro la Paganese (vittoria per 2-0), ma con la trasferta di Lecce persa 1-0, si tocca forse il fondo della stagione giallorossa, con una squadra povera di idee, volontà, e trame di gioco. La Salernitana contemporaneamente vince e sale da +2 a +5 in classifica.
Il distacco resta invariato anche la giornata successiva nonostante un perentorio 4-0 del Benevento in casa contro la Reggina, anche se nella prima frazione di gioco non c’era stato un bello spettacolo da parte di entrambe le formazioni.
Siamo infine arrivati al 18 aprile 2015, 35a giornata di Lega Pro girone C, con il Benevento che nella importantissima sfida fuori casa col Matera perde per la seconda volta consecutiva in trasferta (mai era accaduto in questa stagione prima d’ora) con il risultato finale di 2-1, con il gol della bandiera giunto solo nel finale di partita quando mancava 1 minuto al 90′.

E’ la classica goccia che fa traboccare il vaso: buona parte della tifoseria, dimenticandosi della stagione record con ben 71 punti in classifica, chiede la testa di Brini, o perlomeno un cambio di atteggiamento tattico nell’allenatore, reo il più delle volte di un atteggiamento troppo difensivista (uso sistematico di difensori o centrocampisti difensivi in sostituzione di attaccanti e centrocampisti offensivi, numerosi i cambi Eusepi-Padella Marotta-Agyei e via dicendo) e per alcuni addirittura “anti-calcio”; oltre all’eccessivo utilizzo di alcuni elementi ritenuti fuori forma o fuori posizione.
I vertici del Benevento quindi si riuniscono e propendono per l’esonero dell’allenatore con successiva soluzione interna col duo Cinelli-Landaida.

Personalmente crediamo che esonerare un tecnico a tre giornate dalla fine, in una stagione che in qualunque modo si concluderà sarà comunque la migliore della storia del Benevento, sia più deleterio che salutare; se proprio bisognava esonerare Brini allora conveniva farlo non ora, bensì un mese e mezzo fa, dopo la sconfitta con la Salernitana o ancora, dopo quella con il Lecce; farlo in questo momento della stagione non permetterebbe al nuovo allenatore di avere abbastanza tempo per provare nuove tattiche e strategie di gioco, anche se già nella giornata di ieri, Cinelli e Landaida hanno provato in partitella un 3-5-2 con tre centrali di difesa, due esterni, tre centrocampisti centrali e due punte: una soluzione tattica mai provata ufficialmente se non per pochi minuti in qualche precedente gara in trasferta.

Resta quindi viva l’ipotesi delle voci che si rincorrevano negli ultimi tempi tra i tifosi, con un “clan” di giocatori capitanato da Scognamiglio e Marotta, che non vedeva più di buon occhio il “sergente di ferro” Brini, preferendo quindi una soluzione interna per potersi gestire al meglio nel finale di questa stagione.
A detta del presidente Oreste Vigorito il cambio in panchina, nonostante il contrasto tra l’evidente inesperienza come allenatori professionisti di Cinelli e Landaida, e la ventennale esperienza di Brini, porterà più gioia e tranquillità nella rosa giallorossa, fermo restando le intenzioni di Vigorito stesso: “Voglio la serie B più di chiunque altro, mi aspetto ancora di vincere questo campionato”.

Concludiamo con alcune statistiche dell’avventura giallorossa di mister Fabio Brini:
Arrivato il 20 gennaio 2014 in 12 partite di campionato realizza 20 punti con una media di 1,6 punti, porta la squadra al 7° posto in classifica, l’ultimo valido per i play-off, sconfigge nei quarti dei play-off (gara unica) il Catanzaro (2-1 in trasferta) e in semifinale viene battuto dal Lecce (1-1 in casa e sconfitta 2-0 in trasferta).
La nuova stagione inizia con l’eliminazione dalla Coppa Italia TIM al secondo turno contro l’Entella dopo calci di rigore; viene eliminato al primo turno di Coppa Italia di Lega Pro contro la Casertana, ma in campionato realizza ben 71 punti in 35 giornate con una media punti del 2,02.
Prima di Benevento-Melfi la media punti di Brini era di 2,2 (59 punti in 26 gare), dopo di soli 1,3 punti (12 punti in 9 gare).

Nel complesso Fabio Brini ha guidato il Benevento in 53 gare ufficiali con il seguente score: 27 vittorie, 17 pareggi, 9 sconfitte; 85 gol fatti e 47 subiti; 98 punti (considerando anche le gare di coppa e i play-off). Nelle sole gare di campionato, 47, lo score è di 25 vittorie, 16 pareggi e 6 sconfitte; 77 gol fatti e 39 subiti; totale 91 punti.

Se l’esonero di Brini si rivelerà la scelta giusta, lo sapremo solamente a fine stagione, quando si tireranno le somme.