CALCIO DILETTANTI – Parla Amoriello: “alla Forza e Coraggio ho espresso più volte le mie perplessità, ma nulla cambiava”

292

Dopo la conclusione dell’avventura in qualità di Direttore Sportivo della Forza e Coraggio, torna a parlare Nicola Amoriello, lo fa attraverso una lettera pubblica in cui analizza il suo lavoro svolto nella squadra del presidente Taddeo e risponde di fatto alle critiche mossegli dal presidente del team sannita. In conclusione della missiva Amoriello riserva un passaggio anche alla sua posizione di “consulente” dell’A.C. Montesarchio rivelando di esser rimasto deluso dal repentino cambiamento di comportamenti nei suoi confronti della dirigenza del club di Mataluni, il che ha portato anche allo scioglimento di forti rapporti di amicizia che si erano instaurati in questi anni con Taddeo, così come con Mataluni. Di seguito vi riportiamo l’intera lettera inviata agli organi di informazione dal sign Amoriello.

Ho deciso soltanto oggi di replicare alle accuse e agli attacchi subiti negli ultimi mesi sia a mezzo carta stampata che attraverso internet. Avevo già anticipato che avrei risposto più avanti: reputo opportuno farlo adesso, in un periodo di “pausa sportiva” del sottoscritto, libero di dare la propria versione dei fatti.

Premetto che non mi aspettavo di essere criticato e offeso sia sul piano personale che professionale da due persone che reputavo prima di tutto amiche, avendo elementi sufficienti per pensare che tale sentimento legasse entrambe al sottoscritto. Invece, con mio profondo stupore, all’indomani della mancata iscrizione della Forza e Coraggio Benevento (società nella quale ho ricoperto il ruolo di direttore sportivo per tre stagioni, salvo una parentesi di pochi mesi in cui ero dimissionario prima di essere richiamato), il presidente Massimo Taddeo ha rilasciato alcune interviste in cui mi accusava di non essermi assunto le mie responsabilità della mancata vittoria del campionato e di aver lavorato “sottobanco” contro gli allenatori. Tali accuse sono invero sorprendenti, considerato che già all’indomani dell’ultima partita ufficiale giocata contro il Sansepolcro, il presidente mi inviava un sms (che custodisco gelosamente sul mio telefonino…) in cui, oltre a ringraziarmi, recitava il “mea culpa” per il mancato raggiungimento dei risultati, ed anche in seguito mi confermava che, al di là del calcio, per lui sarei rimasto sempre un amico fidato. Come mai le cose sono cambiate così repentinamente, nonostante il sottoscritto si sia adoperato fino alla fine per cercare di salvare il titolo della Forza e Coraggio (iscritta dal sottoscritto ad un campionato inferiore conservando affiliazione e matricola)? Gli almanacchi dicono che la Forza e Coraggio è stata una delle società più vincenti degli ultimi anni, ed un po’ di merito credo di averlo. Il presidente Taddeo ha seguito tutti i miei consigli meno che uno: ha infatti affidato la guida tecnica della squadra ad allenatori inesperti nella gestione di calciatori importanti. Le mie perplessità erano state esternate ad entrambe le parti in più momenti (Presidente ed allenatore), anche i calciatori, soprattutto quelli più rappresentativi sia al sottoscritto che al presidente rimarcavano tale situazione, ancora più amplificata dal fatto che la Forza e Coraggio era una società “atipica” avendo un presidente onnipresente e quindi a conoscenza di ogni pensiero dello spogliatoio. Al primo anno di serie D mi dimisi (non solo per quello…), poi il presidente mi richiamò chiedendomi di fare uno squadrone per vincere il campionato, assicurandomi che, considerati gli errori commessi nel recente passato, “quest’anno non si guarderà in faccia a nessuno, compreso lo staff tecnico”. Nulla di tutto ciò accadeva, per poi ammettere l’errore solo a campionato concluso anche sulla stampa.

Certo, quando non si vince la responsabilità è di tutti, ed il discorso vale anche quando chi opera è un semplice “consigliere”. E’ il caso del Montesarchio, società di cui sono stato “consulente” senza – voglio precisarlo – né chiedere né ricevere un solo euro dal patron Biagio Flavio Mataluni, altra persona che consideravo prima di tutto amica in ragione – tra l’altro – di diversi riscontri, fra i quali alcuni comunicati ufficiali pubblicati sul sito web della sua società nonché altri sms che, come nel caso di Taddeo, esprimevano un sentimento di sincera (?) amicizia. Riscontri  che conservo altrettanto gelosamente … Ebbene, è sospetto che dopo il presidente Taddeo, anche il sign. Biagio Flavio Mataluni (il sottoscritto li fece conoscere ed anche in qualità di sponsor, quando la Forza e Coraggio era in Eccellenza) abbia repentinamente cambiato atteggiamento nei miei confronti. Il motivo mi è sconosciuto, soprattutto considerato il rapporto assolutamente amichevole e gratuito, corroborato dalle tante amicizie fatte dal sig. Biagio Flavio Mataluni nel calcio grazie al sottoscritto. Per quanto riguarda infine le accuse relative ai “fallimenti” delle società in cui ho lavorato, voglio precisare che nei dilettanti le società non possono fallire, e che di questi campionati ne ho vinti abbastanza per poterlo dire. Né avrei potuto “obbligare” qualcuno a fare qualcosa contro voglia: se mi sono permesso di suggerire di fare domanda di ripescaggio (e c’erano tutti i presupposti per ottenerlo, e tutti ne avevano la volontà), è semplicemente perché ritengo la piazza di Montesarchio meritevole di altri palcoscenici e pronta per disputare altri e più importanti campionati.

Confermo, infine, di essere disponibile in qualsiasi momento a provare quanto scritto, invitando i signori Taddeo e Mataluni a fare lo stesso, invece di  valutare le persone “per sentito dire” e sputare veleno fomentando anche altri attraverso il web ed i social networks. Tale invito vale anche come una diffida, perché da questo momento in poi ulteriori attacchi non saranno tollerati e verranno attentamente vagliati dai miei legali. Auguro ai signori Taddeo e Mataluni di ottenere, con le loro società, almeno un terzo dei successi che ha ottenuto il sottoscritto: magari, passeranno il loro tempo ad ammirare qualche loro trofeo invece di sparlare del lavoro degli altri…

Nicola Amoriello