Torniamo a Benevento Sampdoria con un bel ricordo di un tifoso blucerchiato

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Il Benevento è tornato malconcio dalla trasferta a Bologna, e ora dovrà riattaccare i pezzi e ricaricare le batterie per la seconda trasferta consecutiva di questo inizio 2018, tornando nel profondo Nord allo stadio Olimpico Grande Torino per giocare contro i granata allenati ora dal mister Walter Mazzarri.

beneventoNegli occhi di molti tifosi resta però ancora vivido il ricordo delle due vittorie consecutive, soprattutto quella contro la Sampdoria nella quale i giallorossi hanno siglato addirittura 3 reti in una sola partita, “impresa” che nelle precedenti 19 partite non gli era mai riuscita.
In questo articolo però vogliamo focalizzarci sul mondo dei tifosi. Ormai, dopo un intero girone d’andata in cui quelli della Strega si sono sempre distinti per tifo spassionato nei confronti dei colori giallorossi, a dispetto della tragica posizione in classifica, sembrerebbe banale continuare a tesserne le lodi, ma qui vogliamo dare loro un’altra nota di merito, condivisa per altro con l’intera città.

In uno dei forum blucerchiati, UCSampdoria.forumfree.it, abbiamo trovato quindi la testimonianza di un tifoso della Sampdoria che è rimasto ben impressionato dall’impatto con la città di Benevento, con i suoi abitanti, e anche con i suoi tifosi, e ci sembrava doveroso riportare per intero questo attestato di stima.

beneventoSi inizia a parlare di Benevento a giugno del 2017. Chi non è rimasto affascinato dalla favola delle “Streghe”? Dalla C alla A in due anni, non male per una matricola della cadetteria! E poi, oltre a quello del 20 agosto, c’era il precedente del terzo turno di Coppa Italia di qualche anno fa: già allora si dimostrarono una grande tifoseria. Ma la storia che vi sto per raccontare vi darà la definitiva conferma di quanto anche una bruciante sconfitta possa regalare trentasei ore di divertimento al seguito dei magici colori.

I preparativi per la nostra avventura iniziano una decina di giorni prima e avvengono con una precisione inconsueta, praticamente inaudita! Vi assicuro, niente male per una manica di disadattati allo sbaraglio! Biglietti per lo stadio, indicazioni autostradali, una stamberga per passare la notte e – cosa davvero importante – la prenotazione del ristorante. Non manca proprio nulla, alle 3:00 suona la sveglia ed un’ora dopo si parte insieme a Dany Zena, perché “il viaggio non ci stanca se veniam da te”!

Partiamo in due da Genova, il terzo lo raccattiamo a Roma. Perché si sa, Doria Caput Mundi. Il viaggio prosegue bene e senza intoppi, l’autostrada è deserta, il primo mezzo che che incrociamo è il pullman degli Ultras. L’entusiasmo è tanto e le quasi cinque ore di viaggio fino alla Capitale non ci spaventano. Anzi, scivolano via con piacere, così come la discografia degli 883, i Buio Pesto e l’immancabile Rino Gaetano: sennò che trasferta è?

Arrivati a Roma ci distinguiamo subito per il nostro stile sobrio: bandiera fuori dal finestrino e clacson a manetta… tanto lì si usa così. Facciamo un pit-stop di 14 secondi e carichiamo simoset come si farebbe con la peggiore delle bagasce. Tempo 7 minuti e siamo già sull’A1.

CD del Doria e si vola verso la Campania. Ferentino, Frosinone, Cassino e San Vittore sono solo alcune delle località che incontriamo durante il cammino. Poi dritti verso Benevento. Entriamo in città a mezzogiorno circa, giusto in tempo per andare in albergo e per consumare un frugale pasto.

beneventoLo Stadio “Ciro Vigorito” si presenta benissimo, molto meglio di tanti altri impianti che ospitano spesso la massima categoria. I tifosi locali sono caldissimi, sostengono incessantemente la loro squadra nonostante l’ignobile classifica e rendono l’ambiente piuttosto ostile, pur senza tuttavia insultare gli ospiti. Ma anche noi insieme agli altri 400 blucerchiati non stiamo a guardare, oltre alla pioggia di coriandoli seguono novanta minuti di sbandierata e tifo incessante.

Usciti dal settore a noi riservato, facciamo un giro nel centro di Benevento. Scopriamo una città bellissima, ordinata e piacevole da girare. La gente è cordiale e disponibile, nessuno si scandalizza nel vedere le nostre sciarpe blucerchiate, anzi. I locali ci tengono a precisare di non essere napoletani ma beneventani, ragione per cui trovo giusto sottolinearlo e provare una sincera simpatia. Ogni attività commerciale presenta all’esterno e all’interno una sciarpa, un vessillo o un poster dei sanniti, segno di una città che vive per la propria squadra nonostante le difficoltà. Difficilmente mi è capitato di vedere questa passione altrove. Se a Napoli ci sono andato col caschetto, a Benevento mi sentirei di andarci in villeggiatura!

beneventoPer cena ci rechiamo alla Locanda dello Scialapopolo della signora Maria Pompea. Belin, uno si aspetta una bettola della peggior specie – perché i pregiudizi esistono, non c’è niente da fare – e invece il posto è davvero carino, il cibo ottimo e il personale superlativo per disponibilità e simpatia. Mangiamo gli ziti al ragù di “Casa mia”, che a differenza del suo omonimo bolognese presenta pezzi di carne molto più grossi, e l’occhio ciecato: pane con uovo al tegamino, ciecato perché coperto da una colata di caciocavallo e lardo di Colonnata. E come dimenticare l’amaro, rigorosamente offerto, che ancora un po’ fa scattare pure l’antincendio! “Mi scusi, per curiosità, quanti gradi ha questo coso?” “E vabbuò, niente di che, tiene quarantacinque gradi…” mi ha risposto divertito il marito di Maria Pompea. La serata prosegue tranquilla, si fa amicizia con la tavolata a fianco e poi un altro giro nel vivissimo centro storico beneventano.

La mattina seguente ci strafoghiamo di cibo, ma soprattutto ci imboschiamo una quantità vergognosa di brioches, merendine ed altri viveri inclusi nella prima colazione; poi ripartiamo. Lasciamo simoset a Roma e salutiamo nuovamente la Capitale con una menzione particolare per Francesco Totti.

beneventoNei pressi di Fregene ci fermiamo per il pranzo in un elegantissimo Sarni, ove consumiamo un “delizioso” panino con la cotoletta. Usciti dall’autogrill ci troviamo di fronte una signora in lacrime, probabilmente in lite col marito. Non potevo esimermi dal consolarla: “Signora, non si butti giù, è solo una partita…” Niente, belin, ancora peggio, allora rincaro la dose: “Dai signora, battiamo la Fiorentina, stia tranquilla!”. Purtroppo la situazione non migliora granché, ma nel frattempo si alza l’urlo “A ripijateve!” di un altro signore. Onestamente meritato.

A questo punto si torna lentamente a casa, con tanta stanchezza ma anche la gioia nel cuore di poterla sostenere ancora. Forza Samp, portaci in Europa!