Benevento-Paganese. Dalla sala stampa Oreste Vigorito.

280

Proponiamo di seguito le parole del Presidente Vigorito pronunciate in sala stampa dopo il derby contro la Paganese.

“Ho detto alla dott.ssa Travaglione di scrivere un comunicato su questa conferenza stampa, qualunque sarebbe stato l’esito della partita di oggi. Forse sarei stato un po’ più nervoso in caso di sconfitta, ma avevo un appuntamento con voi non per dirvi parole di resa. Una frase di Che Guevara diceva: “Un passo indietro mai, neanche per prendere la rincorsa”. Io passi indietro non ne faccio, al massimo faccio degli stop. C’è stata una frase che ho detto domenica scorsa: “nessuno era esente dagli errori, e che i calciatori non dovevano presentarsi per dare segnali positivi in questa crisi, che poi avreste riportato sui giornali e che i tifosi avrebbero letto”. Volevo qualche giorno di sana riflessione per capire se fossi io il problema o meno. Ci ho impiegato molto tempo perché in fondo ognuno di noi quando si innamora di qualcosa perde sempre un po’ di lucidità: qui c’è emozione, c’è coinvolgimento di sentimenti, c’è un cuore che batte, qualcosa che partecipa al di là delle ragioni di un’azienda. Ancora non ho capito cosa sta succedendo, e non basta una vittoria per capirlo.

Ieri mattina ancora non sapevo ancora cosa esattamente dire oggi, se fosse giusto rimanere qui. Non c’era comunque una resa, ma una consapevolezza come dissi anni fa: “Non ammainate le bandiere, le useremo al momento opportuno”.
Ho fatto un excursus degli ultimi due anni, da quando sono stato chiamato a dirigere direttamente questa squadra. Negli ultimi giorni ho parlato con una persona nel mondo del calcio che si è proposta per aggiustare tutto. Comunque ho deciso di non mollare, perché ho visto che chi copre determinate cariche societarie, non si mette in discussione, perché dovrei farlo proprio io?

Certamente non mi ha fatto piacere leggere lettere di chi è passato qui a Benevento, e che ora non è più in questa società, che si mette a fare lezioni di management, tattica eccetera, quando qui non ha avuto grossi risultati, perché se sono così brave, perché non sono più qui con noi?
Qualcuno avanza l’idea che non abbiamo un direttore sportivo, perché ora secondo molti, Loschiavo ora non capisce più niente di calcio, quando invece è proprio chi parla molto di calcio che ne capisce di meno. Non è certo un direttore sportivo che ha vinto un campionato di C2 qui a Benevento, visto che poi non ha più vinto da nessuna parte.
Sono i calciatori che vincono da altre parti. E ne abbiamo avuto diverse dimostrazioni. Gli stessi calciatori che molte persone dicono che io coccoli ad oltranza.

Non si lascia una nave quando va alla deriva, o quando sta affondando. Se io lasciassi questa nave così come hanno fatto i 5000 spettatori che non vengono più e che hanno fatto lo “struscio” (come si dice a Napoli), solo nel derby con l’Avellino.
Se io lascio gli spalti divento un tifoso come gli altri, io sono il presidente, sono fiero di esserlo, io rappresento i D’Ottavio, i Tiribocchi, gli Aruta, non solo i Montiel o i Mancosu.
Qualcuno dice che per meritarmi rispetto non devo spendere solo soldi. Vorrà dire che dovrò trovare una ragione per spendere questi soldi. Rispetto che invece mio padre che ha 93 anni, o mia figlia quella più giovane il cui marito, ex calciatore del Benevento era stato rovinato dalla tifoseria, che poi si è ricreduta. Mia figlia mi ha detto: tu non sei capace di distaccarti da questa squadra.

Sono venuto a dirvi queste parole che ho detto anche ai miei calciatori. Sospenderò i loro stipendi fino a quando sarà possibile.
Quello che vi chiedo e vi prego è di provare a capire le difficoltà, voi siete capaci di discernere il positivo dal negativo, avete gli strumenti adatti per farlo.
Noi siamo partiti senza un allenatore, alla fine ne abbiamo trovati due che in sostanza ne erano uno solo. Tutti eravamo rimasti abbagliati dalla sapienza tecnica di Martinez, ma quando si è trovato da solo, abbiamo perso metà allenatore. Il nostro campionato è partito con Ugolotti, che non so se sia il miglior allenatore del mondo, ma ora è lui il nostro allenatore.
Lo scorso anno era un’altra squadra, c’erano altri giocatori, chi non c’è ora non meritava di restare a Benevento. Come sempre stabiliremo a maggio chi è servito o no alla causa del Benevento.”