Benevento-Gubbio. Dalla sala stampa.

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Andrea Sottil, allenatore del Gubbio.

Abbiamo consegnato la partita nelle mani del Benevento; nel primo tempo abbiamo concesso loro solo una occasione, giusto quello scambio tra Mancosu e Marotta. Nella ripresa abbiamo preso due gol con la difesa schierata. Penso che c’era un rigore evidente perché secondo me se una maglia viene tirata bisogna fischiare il fallo. Il pareggio forse era il risultato più giusto, e forse ci sarebbe stato anche stretto; visto che abbiamo avuto solo quei 7 minuti di blackout. Sapevo di venire in un ambiente stretto attorno ad Imbriani, un grande professionista, e ho quindi rispetto per tutti.

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Ettore Marchi, attaccante del Benevento.

Oggi non ho segnato io, ha segnato la maglia numero 7, non certo Marchi, anche se nelle statistiche uscirà il mio nome. Ho avuto modo di conoscere per poco tempo, giusto due settimane, Imbriani, ma per me è un grande onore aver indossato oggi la sua maglia e giocare in questo ambiente.
Sono uscito anzitempo perché avevo i crampi, poi ero tranquillo perché abbiamo una grande rosa, e quindi chiunque sarebbe entrato e rimasto in campo, avrebbe fatto il meglio.
Sicuramente l’avvento del nuovo mister ci ha dato una linfa importante; è entrato benissimo nel gruppo, a soli due giorni dalla partita d’esordio. Ora che siamo nei play-off non mi meraviglio, perché quando sono venuto qui quest’estate mi sono preso un impegno.

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Guido Carboni, allenatore del Benevento.

Non era semplice oggi, soprattutto quando alla prima occasione contro, vai subito sotto, sebbene forse ci sia stato un errore arbitrale. Questa squadra ha un’anima! I segnali importanti c’erano tutti, e l’avevamo già visto in settimana. Sapevo che oggi loro sarebbero venuti con tre punte veloci, e quindi dovevamo schierarci di conseguenza, anche se avevamo Mengoni squalificato e Signorini a mezzo servizio.
Quando Sottil avrà i capelli bianchi avrà la saggezza di leggere le partite in maniera diversa. Non mi interessa rispondere a queste provocazioni. Rivediamoci la partita con calma, analizziamo il tutto e verifichiamo quante occasioni hanno avuto entrambe le squadre.
Noi ci abbiamo messo determinazione, voglia di ribaltare il risultato; abbiamo cambiato più volte modulo e atteggiamento in campo. E’ una squadra che ha veramente letto bene la partita.

E’ stata una settimana difficile, ieri qui allo stadio ci sono rimasto per l’affetto che ha dato il pubblico a Carmelo Imbriani che io conoscevo solo da avversario. Pure prima di ieri, in settimana ho accompagnato nel suo ultimo viaggio un mio caro amico di 52 anni. Dedico questa vittoria a Carmelo e a Carlo.
Per noi è importante agganciarsi ai treni che contano, abbiamo ancora abbastanza da fare. Ed ora la pausa che arriverà ci permetterà di ricaricare le pile visto che ne abbiamo bisogno: in questa settimana abbiamo consumato tante energie sia fisiche che mentali.
Di Piazza è un bel giocatore, sa attaccare in profondità e sapevo già da lunedì che il Gubbio non avrebbe giocato con una torre lì davanti. Loro giocavano tutti dietro la linea della palla.
Io sono contento quando mi chiamano difensivista, perché comunque poi la mia squadra sa come ripartire per fare male.
Ho giocatori che stanno danno tutto, e quando una squadra dà tutto c’è poco da dirgli. La qualità c’è, ma dobbiamo comunque continuare con umiltà per raggiungere il nostro obiettivo.
Mi ripeto come ho detto sinora: viviamo alla giornata. Ai ragazzi ho detto che qualunque sarebbe stato il risultato domani lunedì avremmo dovuto fare festa.
Quando vedo una squadra che negli occhi ha quella determinazione vuol dire che è in cerca di qualcosa di importante.

L’aver convocato 22 giocatori invece dei soliti 18-19 è stata una scelta del gruppo: nessuno voleva abbandonare il ritiro, e così ho deciso di conseguenza. Dopo tanti mesi in cantina come li hanno passati qua, c’era tanta voglia di riprendersi. Nocerina, Pisa, Perugia, Frosinone, Latina, Avellino non hanno organici inferiori al nostro, ma penso che noi in questo momento abbiamo molta più determinazione di loro.

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Angelo Siniscalchi, difensore del Benevento.

Siamo arrivati nel primo tempo emozionati e contratti, anche se penso che alla fine abbiamo fatto noi la gara. Nel secondo tempo siamo entrati più cattivi e abbiamo ripreso subito la gara. Sul gol loro, ancora non ho rivisto l’azione, ma secondo quello che mi hanno detto i miei compagni, l’attaccante loro era in fuorigioco.
Loro avevano un buon attacco, ma noi sia dietro che nel resto della squadra abbiamo fatto una ottima gara difensiva.
Il pubblico nel secondo tempo ci ha dato una grossa mano, una grossa carica, è stato effettivamente il dodicesimo uomo in campo.
Ora dobbiamo tirare un attimo il fiato per poi prepararci bene per affrontare ad Andria un’altra finale di questo campionato.
Voglio fare un attimo una dedica, non solo a Carmelo, ma anche alla moglie Valeria, ai suoi figli e alla loro famiglia che hanno dovuto affrontare questi mesi difficili. Siamo e saremo con loro e li sosterremo sempre.

Nato a Benevento nel 1983, conclude gli studi superiori con il diploma di Geometra. All'università decide di cambiare completamente campo di studi, assecondando la sua passione di scrivere, iscrivendosi quindi alla triennale di Scienze della Comunicazione a Salerno (e poi alla specialistica all'Università degli studi Suor Orsola Benincasa a Napoli), con l'intenzione di diventare sceneggiatore, giornalista o semplice scrittore. Dal 2011 collabora con SannioSport.it come giornalista sportivo, principalmente seguendo le vicende del Benevento Calcio, ma interessandosi anche di altre squadre e/o categorie sportive. Saltuariamente scrive di altri argomenti anche sul suo blog, o per altri giornali online.