Benevento, Gori e il “Premio alla carriera”: ecco perché non ha esordito. Ma a chi andava pagato?

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Partiamo da ciò che è certo: Ghigo Gori non ha esordito in serie A con il Benevento per via di un “problema burocratico”, ma questo suddetto problema non era legato al mancato invio della PEC e della mancata consegna della copia della comunicazione al Delegato di gara della Lega così come avevamo ipotizzato nel nostro precedente articolo, bensì ad un altra situazione burocratica prettamente economica: il “Premio alla Carriera”, ma più precisamente “Di cosa si tratta?”

Gori

IL “VERO” PROBLEMA BUROCRATICO – Questo suddetto “premio” in realtà è una delle N.O.I.F. (Norme Organizzative Interne alla FIGC), e più approfonditamente, l’articolo 99 bis:

Alle società della L.N.D. e/o di puro Settore Giovanile è riconosciuto un compenso forfettario pari a Euro 18.000,00= per ogni anno di formazione impartita a un calciatore da esse precedentemente tesserato come “giovane” o “giovane dilettante” nei seguenti casi:
a) quando il calciatore disputa, partecipandovi effettivamente, la sua prima gara nel Campionato di serie A; ovvero
b) quando un calciatore disputa, partecipandovi effettivamente con lo status di professionista, la sua prima gara ufficiale nella Nazionale A o nella Under 21.

Il compenso è dovuto esclusivamente a condizione che il calciatore sia stato tesserato per società della L.N.D. e/o di puro Settore Giovanile almeno per la stagione sportiva iniziata nell’anno in cui ha compiuto 12 anni di età o successive, e deve essere corrisposto dalla società titolare del tesseramento al momento in cui si verifica l’evento o, in caso di calciatore trasferito a titolo temporaneo, dalla società titolare dell’originario rapporto col calciatore. Tale compenso deve essere corrisposto alle stesse entro la fine della stagione sportiva in cui si è verificato l’evento. Nel caso la società dilettantistica o di puro Settore Giovanile abbia già percepito, in precedenza, da una società professionistica, il “premio di preparazione” (art. 96 N.O.I.F.) o il “premio di addestramento e formazione tecnica” (art. 99 N.O.I.F.) ovvero l’importo derivante da un trasferimento (art. 100 N.O.I.F.), tale somma sarà detratta dall’eventuale compenso spettante.

Dunque, se Gori avesse effettivamente esordito nella gara Torino – Benevento, la società giallorossa, entro la fine della stagione sportiva, indicata al 30 giugno 2021, avrebbe dovuto riconoscere un compenso alla società della Lega Nazionale Dilettanti e/o di puro Settore Giovanile nella quale Gori aveva militato a partire dai 12 anni in su.

Graziano Gori col Taranto

GLI INIZI DI CARRIERA DI GHIGO – Dobbiamo quindi tornare indietro di molti anni per spiegare al meglio questa situazione. Partiamo dal presupposto che il padre di Ghigo, tale Graziano Gori, anche lui calciatore ma nel ruolo di ala destra, proveniente dalle giovanili del Milan, ha disputato diversi campionati in serie B col Taranto, dal 1975 al 1982 con la parentesi al Cesena nella stagione 1979-80. Una volta conclusa la sua carriera calcistica, Gori senior ha fatto poi parte dello staff tecnico del Taranto nel biennio 1994-96.
Nato a Taranto il 10 maggio 1980, Pier Graziano “Ghigo” Gori, sin da piccolo ha quindi vissuto nell’ambiente ionico e ha iniziato la sua carriera nel settore giovanile tarantino, debuttando in serie D con la prima squadra, nella stagione 1997-98, collezionando 2 presenze a 18 anni. Il debutto in serie C2, sempre col Taranto, è avvenuto nella stagione 2000-01, all’età di 20 anni. Facendo un rapido calcolo e tenendo conto che Gori all’inizio della propria carriera ha giocato per 2 anni presso una società prettamente giovanile e poi per altri 3 nelle giovanili del Taranto, gli anni di formazione da considerare sarebbero 5 per un totale di 90.000 € (18.000 € x 5 anni).

LA SOMMA DA PAGARE – Dal “premio alla carriera” suddetto, andrebbero sottratti il “premio di preparazione” (art. 96 delle NOIF) e il “premio di addestramento e formazione tecnica” (art. 99 delle NOIF) qualora fossero stati già corrisposti al Taranto dalle società precedenti al trasferimento al Benevento, ma ciò non si è verificato per i motivi di seguito specificati per cui, al Benevento toccherebbe pagare la somma per intero:

  il “premio di preparazione” (art. 96 delle NOIF) sarebbe stato dovuto solo nel caso in cui il portiere avrebbe firmato con l’Ancona (serie B 2001-02) un contratto quale “giovane di serie/giovane dilettante/non professionista” in quanto lo stesso calciatore all’epoca era già maggiorenne, e quindi in grado di poter sottoscrivere un contratto da professionista per una società che militava nella serie cadetta. Tale affermazione è avvalorata anche dal comma  quarto capoverso del medesimo articolo 96, in cui si precisa:

Le società della Lega Pro hanno diritto al “premio di preparazione” nel caso di primo tesseramento quale “giovane di serie”, da parte di società delle leghe professionistiche di propri calciatori che nella/e precedente/i stagione/i sportiva/e siano stati tesserati con vincolo annuale. 

– Mentre il “premio di addestramento e formazione tecnica” (art. 99 delle NOIF), non è dovuto perché il comma 1 bis. afferma che
Il premio non spetta qualora il calciatore, al momento della sottoscrizione del primo contratto da professionista, non sia più tesserato per la società dilettantistica. 

Gori al Taranto stagione 2005-06

Quindi il Benevento per l’esordio di Gori, avrebbe dovuto pagare 90.000 €.

A CHI SAREBBERO ANDATI QUESTI SOLDI? – C’è però da fare una ulteriore precisazione, perché nel corso della propria storia, il Taranto è fallito ed è stato rifondato in più di un’occasione, ma noi prenderemo in esame solamente gli anni a partire dai 12 anni compiuti da Ghigo Gori, quindi a partire dalla stagione 1991-92.

– L’AS Taranto (matricola FIGC 51480), arrivato 19° in serie B e quindi retrocesso, il 31 luglio 1993 viene radiato per inadempienze finanziarie con la Covisoc e con la Lega.
– Il 13 agosto 1993, viene fondato il Taranto Calcio 1906 (matricola FIGC 720326) cui viene riconosciuta la tradizione sportiva cittadina, in virtù della quale viene affiliato direttamente all’allora LND (attuale serie D).
– Il 16 dicembre 2004: Il Taranto Calcio S.r.l. (denominazione societaria cambiata nel 2000) fallisce per dissesto finanziario, ma la squadra viene salvaguardata e il titolo sportivo viene messo all’asta e ricomprato da una società subentrante con la stessa denominazione sociale di Taranto Sport S.r.l. (matricola FIGC 915291).
– Il 30 giugno 2012: L’Associazione Sportiva Taranto Calcio (denominazione societaria cambiata nel 2010) non si iscrive e viene escluso dal campionato di competenza (era arrivato 2° in Lega Pro 1/A). Il 20 luglio viene fondato il Taranto Football Club 1927 S.p.A. che il 6 agosto viene iscritto in Serie D (matricola FIGC 936114).

Le società del Taranto in cui ha militato Gori, sia nel settore giovanile, che successivamente da professionista, sono state il Taranto Calcio S.r.l. e il Taranto Sport S.r.l., entrambe poi fallite. Ma se entrambe le società sono fallite, il Benevento Calcio a chi avrebbe dovuto pagare questo “premio alla carriera”?
Questo nel regolamento delle NOIF non siamo riusciti a trovarlo, perché non viene fatta una menzione diretta nel caso si abbia a che fare con delle società fallite.

Di certo il Benevento non avrebbe dovuto andare a cercare le vecchie proprietà di quel Taranto, ma non avrebbe dovuto nemmeno andare a pagare il premio alla carriera di Gori, all’attuale società del Taranto con cui Ghigo e la società giallorossa non hanno mai avuto a che fare.
Quindi se non c’era questo tipo di problema, si potrebbe pensare che questo premio non andava pagato a nessuno, nessuna società ne avrebbe usufruito e che il portiere giallorosso potesse comunque giocare ed esordire in serie A. Ma abbiamo appurato, ormai, che ciò non era contemplato.

Nell’ultima puntata della trasmissione Ottogol di Ottochannel TV, canale televisivo di proprietà del presidente Oreste Vigorito, è stato però affermato con certezza, che questo premio alla carriera andava comunque pagato per far sì che Ghigo Gori potesse debuttare, e allora, a questo punto l’unica opzione plausibile resta quella che il Benevento avrebbe dovuto pagare comunque questo premio alla carriera, con i soldi che sarebbero andati poi alla FIGC e devoluti presumibilmente al Tribunale federale nazionale, di cui si fa menzione all’interno delle NOIF, in quanto a controversie relative a questi premi.

CONCLUSIONI – Ghigo Gori non ha potuto fare il suo esordio in serie A, perché la società giallorossa non voleva pagare questo “premio alla carriera” devolvendolo di fatto alla FIGC, una spesa che avrebbe pesato ulteriormente sul bilancio societario, una spesa evitabile considerando i mancati introiti derivati dal botteghino, dal merchandising e dai diritti tv della serie A. Da come è stato detto sempre ad Ottochannel, molto probabilmente il portierone pugliese resterà comunque in società con un altro ruolo, o nello staff tecnico della prima squadra o delle giovanili. Magra consolazione però per il sogno di un uomo, di un calciatore, dei tifosi giallorossi e di due record che difficilmente verranno superati o eguagliati nell’immediato futuro.