Benevento-Barletta. Dalla sala stampa.

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Oreste Vigorito, presidente del Benevento.

Non sono venuto per fare una conferenza, sono venuto solo a riferirvi che da oggi né allenatore né giocatori verranno più a fare interviste, perché il campionato della squadra è finito e inizia quello della società.
Vi chiedo di non chiamare più tecnico e giocatori nemmeno per telefono, perché loro dovevano parlare sul campo.
La società darà tutte le comunicazioni dal proprio sito ufficiale, e vedremo poi chi oltre a me parlerà della società.
Sull’andamento della partita di oggi non posso dare risposte tecniche ma giusto un commento: dovevamo passare in qualche modo questi ultimi 90′ e i giocatori hanno pensato di correre appresso il pallone.

Io credo che alla fine di ogni corsa, qualunque sia il risultato, tutti gli attori devono tirare un attimo il fiato, fare un respiro profondo e trovare un senso a quello che vogliamo fare.
Non sono un padreterno, quindi giudizi e voti potete darli anche voi facendo una media di tutti quelli che avete messo durante il campionato. Dò un grande voto a quelle persone che ora non sono qui con noi, ovvero ai tifosi che sono sempre vicini alla società.

Direi che bisogna fare un attimo un distinguo: l’anno scorso venivamo da un campionato iniziato con punti di penalizzazione. L’anno prima ancora avevamo perso l’ennesimo play-off, e credo che tutti pensavamo di non avere la possibilità di disputare i play-off a causa del caso Paoloni. Abbiamo perso molto tempo a pensare al caso Paoloni che non a come affrontare il campionato.

Il duo Imbriani-Martinez avevano posto le basi in un anno difficile per poter continuare un certo tipo di discorso. Se qualcuno di voi ha memoria tempo fa parlai di un progetto triennale per vincere il campionato, e questo non è il terzo anno, ma il secondo, perché il progetto era iniziato con Imbriani e Martinez.
Poi è arrivato Ugolotti con cui ci siamo trovati in zona retrocessione.
Diciamo che abbiamo speso la seconda fiche di questo triennio, non registro risvolti positivi se non il ricompattamento del pubblico, ce ne sono anche altri, ma al momento non ne posso parlare.

Ho sentito parlare di fallimenti per campionati non vinti, ma forse nessuno si ricorda che io parlai di competere fino alla fine ma non di vittoria. Non siamo al 70% di questo percorso triennale, ma ad un 50%.
La vittoria non appartiene a chi la promette, ma a chi la conquista, e io ancora non l’ho conquistata.
Una parte della rosa (compresa quella tecnica) ha la scadenza di contratto il 30 giugno 2013, ma al momento sto pensando prima a quelli la cui scadenza è più lontana.
Il mondo è cambiato per tutti, se alcuni personaggi che fanno i calciatori non hanno capito che anche il mondo del calcio è cambiato, allora qualcuno deve farglielo capire.
Quando un calciatore non rende, ci sono tante responsabilità, in primis è la propria, poi della squadra, dello staff tecnico e poi dell’ambiente. La colpa è un po’ di tutti.
Se becchi un tuo impiegato in ufficio che si guarda un filmino su internet, lo licenzi ma poi per la legge Fornero gli devi 18 mensilità, per i calciatori purtroppo non è così, non puoi nemmeno metterlo da parte.
Per fare un esempio, parlo di Altinier: lui veniva da 40 reti segnate negli ultimi anni, ma non si è trovato. Non si tratta di cattiva gestione, perché l’unica cosa che non ho fatto è stata rimboccargli le coperte.
Se volete che io ammetta che Altinier è stato un mio fallimento, allora fatelo, ma io per questi due anni l’ho pagato, ora sta a lui e al suo procuratore meritarsi il terzo anno di contratto, perché io l’ho pagato anche ora che è andato al Portogruaro.

Da qualche parte ho letto che sono un ottimo presidente di società di serie B, ed allora devo cambiare: devo comportarmi da presidente di serie C.
Ci sono società che hanno puntato su triennali a calciatori, e hanno vinto il campionato, ci sono altre società che hanno puntato a fare contratti annuali ai propri calciatori e hanno vinto il campionato, e ci sono anche società che hanno fatto triennali e/o annuali e hanno comunque perso il campionato, la palla è rotonda, come ho letto in un articolo pubblicato oggi, e non si possono prevedere i rimbalzi di questa palla.
Un altro esempio: il nostro ex capitano Giampiero Clemente, nel suo migliore anno da cannoniere al Benevento non fece la preparazione. Se dobbiamo seguire questo esempio, allora sarebbe inutile mandare la squadra in ritiro ogni anno, giusto?
Nessuno quando ha stipulato il suo contratto con me, l’ha fatto puntandomi la pistola alla tempia, quindi non possiamo parlare di parassiti della società.

Il progetto triennale resterà sempre lo stesso, e già sappiamo che il prossimo campionato sarà anomalo, il più anomalo di tutti perché non ci saranno retrocessioni; voi avete mai giocato un campionato così? No? Nemmeno io. Potremmo avere anche partite che finiscono 10-0 perché la squadra avversaria schiera tutti ragazzini per poter prendere il premio. Non lo potremo ancora sapere, ma a questo ci penseremo solo dal 1 luglio quando comincerà la nuova stagione.

Spero che a noi non capiterà mai la situazione che è accaduta ultimamente col Torrecuso, cioè vincere un campionato, festeggiare, pagare i premi promozione, e poi scoprire che sei arrivato secondo per altre situazioni. Qualcuno direbbe che questi dirigenti che non sono riusciti a vincere il campionato sono dei falliti, io non mi permetterò mai, ed infatti ho dato tutta la mia solidarietà al presidente Rillo.

Vi ripeto che se avete bisogno, chiedete il mio numero per parlare direttamente con me, sono disponibile, e vi dico sin da ora che purtroppo ho degli impegni che mi impediranno di andare in trasmissione da Martone domani sera.
Mi sarebbe piaciuto offrirvi anche lo champagne, lo avrei fatto lo stesso, ma poi qualcuno avrebbe potuto dire che io non me ne fregavo del campionato, e che mi piace spendere soldi così.

Grazie a tutti per il sostegno e per l’anno passato assieme.