L’ANALISI: L’importanza di Lapadula nel 4321 del Benevento di Inzaghi

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Superata la 22° giornata di campionato possiamo dire che il Benevento di mister Inzaghi è una bellissima realtà del calcio italiano. Il club è tra le squadre che in questa stagione sta sorprendendo per il modo di giocare senza paura. Nonostante le buone prestazioni i punti raccolti sono meno di quanti dovrebbero, lasciando spesso i sanniti con l’amaro in bocca. Divenuto il reparto offensivo ed in particolare l’attaccante Gianluca Lapadula oggetto di discussione da parte dei nostri lettori, cercheremo di capire per quale motivo Lapadula, nonostante compaia poco nel tabellino dei marcatori, sia importante nel sistema di gioco adottato da Inzaghi.

lapadula

Per il ritorno in serie A il tecnico piacentino ha utilizzato un modulo “amarcord”, un 4-3-2-1 poco utilizzato in serie A, ma che consente di inserire un grande numero di giocatori offensivi con la possibilità di lasciare spazio per la discesa dei terzini. Ciò crea superiorità numerica con molti  2 vs 1 sulle catene laterali grazie al supporto degli intermedi di centrocampo, pronti ad andare a sostegno o in appoggio, trasmettendo cosi sicurezza nelle giocate in fase di indirizzamento.

È fondamentale che in questo sistema tutti i calciatori siano ben attenti nella transizione positiva con giocate facili e veloci, quindi la qualità nel palleggio dei centrocampisti è fondamentale così come i tempi di gioco di ogni calciatore, in particolare quello del centravanti che deve fare un grandissimo lavoro di smarcamento  sopra la linea della palla per farsi trovare libero.

Il reparto offensivo si presenta con due mezze punte capaci però di giocare anche larghi come attaccanti esterni donando al gioco di Inzaghi imprevedibilità, profondità ed ampiezza, instaurando un buon dialogo con le rispettive catene laterali. Per favorire la fantasia e la propensione ad un gioco offensivo è necessario un lavoro di grande sacrificio di Lapadula, costretto a duellare diventando punto di riferimento per la difesa avversaria costretto a giocare spesso con postura chiusa (spalle alla porta) per favorire l’inserimento delle mezze punte (70 % passaggi completati fino a qui).  (figura1) (figura 2) (figura 3).

Figura 1 Lapadula riceve con postura chiusa per scaricare sull’intermedio di centrocampo
Figura 2 lo sviluppo permette l’inserimento di Sau
Figura 3 Lapadula riceve con postura chiusa, resiste alla marcatura per liberare il compagno

Tra I compiti richiesto da Inzaghi non c’è soltanto la protezione della palla ma c’è anche quello di favorire un gioco in profondità. Lapadula in questo è molto forte soprattutto nell’attacco alla linea, penetrandola o aggirandola lateralmente più che nella fase di raccordo. Le sue grandi abilità nello smarcamento, ovvero nel sapersi muovere al tempo giusto, mettono il compagno in condizioni di passargli la palla, soprattutto con corse diagonali in zona di rifinitura. È quindi fondamentale averlo in campo contro quelle squadre che aggrediscono alto per permettere una transizione nello sviluppo di un attacco diretto (Figura 4) (figura5) (figura 6).

 

Figura 4 Lapadula effettua un contro movimento corto-lungo

Figura 5-6  attacco diretto alla linea

Durante il corso della partita questa soluzione viene ricercata spesso, portando il centravanti a compiere grandissime accelerazioni (circa 19 km\h) in avanti di almeno 60 mt.  Tra le progressioni che trovano impegnato Lapadula ci sono poi quelle in conduzione, per lo sviluppo del contropiede offensivo da situazione di corner difensivo perché impiegato in marcatura, che lo portano a percorrere palla al piede alla max velocità per prendere in controtempo la difesa avversaria “messa male” (figura 7) (figura 8) (figura 9).

La duttilità del centravanti si concretizza dentro l’area avversaria, sempre per la sua abilità ad effettuare contro-movimenti che lo portano a divincolarsi dalla marcatura portandosi spesso di fronte al portiere, attaccando il primo palo o liberando spazio per il compagno come successo nel gol di Caprari contro la Sampdoria.

Nella fase di non possesso Lapadula risulta fondamentale nel concretizzare il pressing organizzato del Benevento, come nel caso di Benevento-Genoa dove, recuperata palla, scarica su Hetemaj a favore dell’inserimento dentro l’area per Insigne (figura 10).

Oltre al pressing, è abile nell’applicare il marcamento a pressione (50% contrasti vinti analizzando tutte le partite fino a qui giocate), togliendo spesso tempo e spazio all’avversario impedendogli di effettuare la giocata corretta.

Nonostante il rapporto tra pericolosità ed efficienza realizzativa in serie A sia impietoso e potrebbe mandare nel dramma qualsiasi attaccante, il segreto del suo continuo utilizzo sta nella mentalità di condividere ed accettare gli obiettivi per cui l’attaccante scende in campo, frutto dell’ottimo lavoro di Inzaghi nel sapere rendere coeso un gruppo che sa quello che deve ottenere sul campo, valorizzando l’attaccamento alla maglia e ai colori sociali.

Figura 10  pressione di Lapadula sul portatore di palla

Lapadula rappresenta tutto questo nel gioco del Benevento. Analizzando il pressing dei sanniti l’attaccante è il primo giocatore che va in pressione sul portatore di palla, fase di riconquista, fondamentale avere un attaccante che trasmetta grinta e comunichi ai compagni tempo e spazio, cercando la collaborazione degli altri reparti.  Il tutto frutto del concetto di gioco che vuole trasmettere il mister: conquistare spazio in avanti con la ri-aggressione immediata. Lapadula viene scelto quindi non solo per le sue grandi doti tecnico/tattiche, ma anche psicologiche che piacciono tanto ad Inzaghi: senso del sacrificio (che lo portano ad essere il calciatore che nel reparto copre più distanza, 9km circa), tenacia e perseveranza nel raggiungere qualsiasi pallone, attenzione e concentrazione ed una grande capacità di mantenere qualità e quantità inalterate durante il corso della partita, nonostante i grandi sforzi.

Approfondimento tecnico a cura di 
Alessandro Biscetti
Tecnico Uefa B
Tecnico CFT\AST FVG (UD)
Collaboratore FIGC FVG SGS
Docente Scienze motorie sportive