L’addio – Dalle lacrime alla leggenda, la parabola di Mazzeo

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Mazzeo esultaTalmente tanti che non si sa da dove partire. Dalla fine no, non ci riusciamo. L’addio di Fabio Mazzeo al Benevento ha strappato più di una lacrima, ha rispolverato più di un ricordo, ha rimesso in vita più di un’emozione. Talmente tanti, i ricordi, che non sappiamo da dove partire. Pensate all’avvio e vi sembrerà di vivere un thriller. Ultimo giorno di mercato, sessione estiva 2014. Il Benevento lo ha praticamente prelevato dal Perugia, ma tutto salta sul gong: contratto non depositato in tempo, tutto sfumato. E’ l’inizio di un tira e molla che dura alcune settimane, poi la prima amichevole a Foglianise (da protagonista) e la prima gara ufficiale in casa contro il Foggia. Otto minuti, pochissimi, per uno che il tempo nei mesi successivi lo avrebbe non solo fermato, ma riscritto.

Epifania d’oro – Nella stagione 2014/2015 Fabio a Benevento colleziona 33 gettoni in campionato e uno ai play off, in una gara sciagurata nella quale riesce a mettere lo zampino per il momentaneo vantaggio sul Como. Ma è prima, in un 6 gennaio qualunque, sul sintetico del Menti di Castellammare, che la sua epopea in giallorosso ha realmente inizio. Entra nella ripresa e in 27 minuti cambia la partita con due assist per Eusepi. Di quel campionato si ricorda anche il gol alla Lupa Roma con urlo liberatorio sotto la tribuna. Nello stesso luogo, accanto alla stessa ringhiera che un anno dopo lo avrebbe visto esultare per qualcosa di molto più importante.

La rinascita – Dopo la prima stagione da attaccante part-time, l’avvento di Auteri fa sì che Fabio possa essere schierato finalmente tra i titolari inamovibili. Qualcosa in lui però si inceppa. Si vocifera di qualche problema di carattere morale, altri dicono pubalgia, ma le cose vanno di pari passo. Don Gaetano lo stima troppo per lasciarlo in panchina, nonostante nelle prime giornate in campo ci vada qualcuno che somiglia più alla sua controfigura. Si sblocca tardi, Fabio. E piange. Piange a dirotto, dopo aver fatto gol al Catania, il 5 dicembre, nella partita della svolta. Tutti al Massimino sono sulla graticola, da Auteri all’ultima delle riserve. Lui fa gol su rigore, corre verso la panchina, esplode in un pianto e rinasce. Con la Lupa Castelli, il 24 gennaio, la Fenice firma un altro capolavoro. Partita bloccata contro l’ultima della classe, il Vigorito mugugna. Poi, in un groviglio di teste, sbuca la sua ad incornare un cross di Angiulli per l’1-0 decisivo.

L’Olimpo – E’ l’inizio di una serie di gol importanti. Una serie che vede tra le sue gemme i rigori di Foggia, Cosenza e Monopoli. Sempre freddo, Fabio. Sempre letale. Come a Martina Franca, quando la sua conclusione smorzata oltrepassa la linea di un niente. Braccia al cielo a ringraziare chi l’ha soffiata dentro, chi l’ha spinta oltre. Poi l’urlo del settore ospiti colmo di quasi mille spettatori. Un urlo – si insinua – avvertito almeno fino ad Alberobello. E’ il preludio alla partita che lo consacra a leggenda vivente per qualsiasi sportivo beneventano. Suo il gol della serie B, della vittoria del campionato. Ancora di testa, ma stavolta di fronte c’è il Lecce, non la Lupa Castelli. E siamo in un caldo pomeriggio primaverile, non in una gelida serata invernale. Il Vigorito non è mai stato così pieno, mai così rumoroso. Nella ripresa la sua firma sarà apposta anche sul 3-0. Sul gol che annienta la distanza tra la realtà e i sogni. Tra anni di anonimato e la serie B. Un campionato in cui, probabilmente, per tipologia e spazi aperti, avrebbe potuto fare la differenza in maniera ancora più marcata. Ma è andata così, e siamo in una di quelle circostanze in cui i “forse”, i “se” e i “ma” lasciano obbligatoriamente spazio ai “buona fortuna”. Di sicuro la data che ha deciso di tatuarsi sul braccio non la dimenticherà mai. E no, non lo faremo neanche noi.

Classe '90, beneventano dentro e fuori dal campo. Pubblicista dal 2012, laureato in Scienze della Comunicazione. Dal 2009 al seguito dei colori giallorossi con un pc sottobraccio. La B un sogno realizzato, ma non c'è conquista più bella di quella che deve ancora arrivare...