Forza e Coraggio, Vallone lascia: «Altre le priorità, nel calcio non c’è futuro»

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Quando il pallone smette di rotolare è allora che si apre inevitabilmente il periodo delle riflessioni. La fine della stagione agonistica corrisponde da sempre alla stesura dei classici bilanci. Ripartire da quanto fatto per confermare o provare a migliorare il proprio futuro. Una condizione necessaria alla quale nessuna società, intenzionata a fare bene, può sottrarsi. Vale lo stesso per la Forza e Coraggio, compagine abituata a vincere come dimostra l’ultima stagione. Il trionfo in Prima Categoria, però, finisce col passare inevitabilmente in secondo piano davanti all’ennesima estate rovente per i colori giallorossi. Dopo la decisione di Massimo Taddeo, il sodalizio di piazzetta San Donato si ritrova a vivere suo malgrado un infelice déjà-vu. Giulio Vallone ha infatti deciso di muovere un passo indietro dopo aver accuratamente soppesato le tante questioni in ballo relative al futuro societario.

Vallone«Ho deciso di lasciare non solo la Forza e Coraggio ma l’intero mondo del calcio. Lo dico a malincuore e con gli occhi lucidi», confessa il giovane dirigente, travolto inaspettatamente da un turbinio di emozioni, «dopo sei anni trascorsi nel mondo del calcio mi sono reso conto che è giunto il momento di badare a cose più importanti e nella vita ce ne sono tante, specie in questo momento. Ho un’azienda da portare avanti e l’età giusta per profondere il massimo sforzo produttivo in questa attività. Gli impegni di lavoro non mi permetterebbero di essere presente al campo e di occuparmi con costanza e dedizione della società. Ho sempre badato a ogni aspetto organizzativo e per il bene di tutti ho deciso di lasciare. La Forza e Coraggio resta una famiglia, mi tiro fuori perché non potrei dedicarmi a lei come vorrei».

Scelta saggia e ponderata ma soprattutto rispettabilissima. I tempi sono duri e difficili per tutti, basti chiedere in giro per rendersene conto. Alla base della decisione maturata, poi, un altro valido motivo: «Non vedo un futuro. Ci troviamo a Benevento, nel Sud Italia e soprattutto nella zona interna dove il tessuto imprenditoriale è molto difficile. E’ quasi impossibile per una società come la nostra fare calcio. Ringrazio ancora una volta gli sponsor che si sono stati vicini ma salendo di categoria sarebbe tutto più difficile e maggiormente dispendioso. Non mi piace fare salti nel vuoto, ho fatto un’analisi e ho capito che non ci sono margini per un torneo di Promozione. L’unica soluzione sarebbe quella di fondersi, di unire le forze con altre società. Il calcio, però, è uno sport differente da molti altri e mi rendo conto di quanto possa essere difficile unire tante teste. Il mio resterà un sogno, una chimera ma non vedo soluzioni alternative».

A questo punto c’è da chiedersi cosa ne sarà della Forza e Coraggio. «Francamente non lo so», conclude Giulio Vallone, «ho comunicato la mia decisione a Massimo Taddeo, era un passaggio doveroso dopo aver ereditato da lui la società. Decideranno gli altri dirigenti il da farsi, dopo la mia uscita rimangono Santamaria, Di Marco, Zarro e De Luca. Ne ho parlato con lo staff tecnico e con i giocatori, a loro ho detto che le priorità sono altre. Quando non si è liberi mentalmente si va incontro a uno stress psicologico. I risultati raggiunti l’ultimo anno hanno rappresentato un’immensa felicità e mi hanno dato la forza e di andare avanti». Fino ad oggi, quando le strade della Forza e Coraggio e di Vallone finiscono col dividersi.