Auteri: “Venuti meno valori e correttezza, ora mi prenderò una vacanza”

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Mister Auteri
Gli occhi così lucidi non li aveva neanche la sera del 30 aprile, quando il suo Benevento mandò all’aria tutti i fantasmi e abbracciò finalmente la tanto agognata serie B. Gaetano Auteri ha la voce più roca che mai quando si presenta nella sala dell’Hotel president per raccontare le vicissitudini della risoluzione del contratto che lo legava al Benevento. Un Auteri rammaricato, affranto, deluso da circostanze che non avrebbe mai voluto vivere sulla sua pelle. Lascia una porta aperta, perchè Benevento al contrario di tanti altri luoghi in cui ha allenato gli ha letteralmente rubato il cuore. Si prenderà una vacanza, non ha voglia di trattare con nessun altro. Attende, forse, che in società cambi qualcosa. Che Oreste Vigorito riprenda il timone della nave giallorossa. Ma sarà solo il tempo – che scorre adesso in maniera decisamente inesorabile – a dirci come andranno le cose.

Queste le dichiarazioni integrali di Gaetano Auteri ai giornalisti in quello che fino a questo momento possiamo definire il pomeriggio più caldo dell’estate giallorossa.

“Siamo qui perchè ritengo doveroso dare spiegazioni su qualcosa che era lontanissimo ed è lontanissimo dalla mia volontà. Siamo stati insieme in quest’anno e tante volte alcune cose le avete capite relativamente alla mia figura professionale. la mia volontà era un’altra, purtroppo sono mancate le condizioni ed è mancata un po’ di chiarezza. Quello che dico a parole è confermato dai fatti: abbiamo finito il 30 aprile il campionato e tuttora si sa pochissimo sul futuro. Alcune cose le avete vissute direttamente, e tante volte avete capito il senso di quello che dicevo quando parlavo di vicende societarie. Dopo aver aspettato tanto tempo questo non è stato chiarito.

Ho apprezzato e imparato ad amare questa città e la sua gente. Non conoscevo questo lato passionale e per una forma di correttezza non me la sono sentita di prendere degli impegni che non ero sicuro di poter mantenere. Sono uno che è pronto a scalare le montagne, sia chiaro, ma assumermi delle responsabilità in questo momento a mio avviso non era il caso. Sono venute meno le condizioni, non coincidono i programmi e non vedo tanta chiarezza di idee. Questa a mio avviso non è una cosa accettabile.

Nel mondo del calcio tante volte si parla a sproposito, ma poi contano sempre i fatti. Non sono andato via perchè c’è un problema di accordo economico con la società. Mi sono sempre basato sulla correttezza umana delle persone con cui ho a che fare e ho sempre lavorato in sintonia con le persone con cui ho lavorato. Auteri fortunatamente da quando allena ha sempre avuto squadre che lo chiamano. Sono sempre riuscito a produrre benefici per le società, a valorizzare ogni loro aspetto. Ci sono squadre che continuano a chiamarmi e con cui ho anche parlato, ma la reputo una cosa normalissima. Ma ho firmato la risoluzione di contratto perché preferisco non avere nessuna squadra perché ho necessità di staccare. E questo è quello che avverrà, do la mia parola d’onore. Non prenderò impegni fino alla fine del mese, ma forse anche oltre. Se i presupposti cambieranno sarò pronto a valutare. Non vado via perchè ci sono altri a cercarmi. Benevento è sempre stata la mia priorità, non andrò da nessuna parte, lo dimostreranno i fatti.

Ho sempre conquistato i miei traguardi sul campo, le mie scelte non sono mai state orientate dai soldi. Sono venuti meno i valori, per questo vado via. Sono venuti meno i valori di lealtà, di rispetto, di programmazione. Non pretendevo di dover fare una squadra supersonica, ma di fare quello che si doveva fare, ciò che era nelle nostre possibilità. Quando vivo i rapporti di lavoro mi ritengo un aziendalista. Quando lavoro per una società, la mia società è sopra ogni cosa e insieme a lei affronto ogni tipo di difficoltà. E’ quello che è successo anche nell’ultimo anno.

Qualcuno proverà a dire che è un fatto economico, che ho fatto richieste esagerate, ma questo non esiste. Ho sempre basato ogni cosa sui rapporti e sui valori veri, non soltanto e meramente su un aspetto professionale. Pensate che sono contento a lasciare la serie B e Benevento? Non lo sono affatto, è il contrario di quello che avrei voluto che accadesse.

Ho sempre detto che per e l’avvocato Oreste Vigorito era la figura più importante e rappresentativa. L’ho detto all’inizio, durante e lo dico adesso. Mi sono reso conto che questa figura per me fondamentale per una serie di straordinari motivi non sarebbe stata presente in modo determinante. E dicendo questo vi dico che il suo ruolo non dipende dalla sua volontà, perché avete visto che avrebbe voluto avere una mansione diversa attraverso la sua vicinanza.  Non mi sento tradito da questa situazione. Dispiaciuto sì, tanto, ma non potrebbe essere diversamente. E’ difficile conquistarsi la B insieme al contributo di tutti e poi lasciarla. Non è stata una scelta facile né semplice. Non è una questione economica, ripeto, quella è una cazzata.

La tifoseria ha paura? Non tocca a me togliere le paure. Ho grande rispetto per la tifoseria e per la città. Una città che mi ha fatto quasi innamorare. E’ una città stupenda, sono mortificato”.

Classe '90, beneventano dentro e fuori dal campo. Pubblicista dal 2012, laureato in Scienze della Comunicazione. Dal 2009 al seguito dei colori giallorossi con un pc sottobraccio. La B un sogno realizzato, ma non c'è conquista più bella di quella che deve ancora arrivare...